Marina Cicogna, la prima produttrice italiana morta a Roma: la malattia, la compagna (poi figlia adottiva), gli amori e le cronache rosa

Sabato 4 Novembre 2023, 15:41

La svolta

La svolta, professionale e anche romantica, avviene con «Metti, una sera a cena», film che riesce a realizzare nonostante i capricci del regista Giuseppe Patroni Griffi, il forfait all'ultimo minuto di Gian Maria Volontè (a disagio con un film così borghese) e dove lancia un'attrice brasiliana da lei scoperta, Florinda Bolkan, al massimo splendore, che di lì a poco diventerà la sua compagna di vita per vent'anni. Il box office le dà ragione e Ennio Morricone consegna ai posteri un'indimenticabile bossa nova. Ed è sempre lei a proporre per «Anonimo veneziano» (1970) diretto da Enrico Maria Salerno la Bolkan affiancata da Tony Musante. Mentre il fratello Bino si dedica alle super produzioni, Marina sceglie il cinema d'autore: dopo «Medea» (1969) di Pasolini, si occupa della distribuzione antimilitarista «Uomini contro» (1970) di Francesco Rosi, lo stesso anno di «Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto» di Elio Petri (1970), da lei definito «Il film più facile da realizzare» conquistando Hollywood con l'Oscar ad un film 'politico con un commissario omicida (Gian Maria Volontè) e Cannes. Vince la Palma d'Oro al Festival di Cannes nel 1972 con «La classe operaia va in Paradiso» di Petri, magistralmente interpretato da Volontè, scuotendo la sinistra per il ritratto dei sindacalisti opportunisti.

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