Il mistero della piccola Kata: le tracce di sangue nei borsoni e il racket delle camere. L'esito degli esami genetici

Martedì 26 Settembre 2023, 16:00 - Ultimo aggiornamento: 16:16

Racket delle camere

Il «racket delle camere» è, del resto, un'altro filone di indagine seguito dagli inquirenti nell'inchiesta principale legata al sequestro di persona, che all'inizio di agosto ha portato a quattro misure cautelari, con la detenzione in carcere dello zio materno di Kata. Nei confronti dei cinque indagati nei giorni scorsi sono stati eseguiti gli accertamenti tecnici irripetibili, volti ad accertare la presenza di materiale biologico o genetico e all'estrapolazione di eventuali profili del Dna (da borsoni, trolley e da rubinetti di stanze dell'hotel Astor) e alla loro successiva comparazione con quello della piccola vittima sparita nel nulla.

Tre dei cinque indagati erano stati ripresi dalle telecamere fuoriuscire, rispettivamente, con una valigia e con due trolley - che per dimensioni avrebbero potuto occultare la bambina - dall'hotel Astor il 10 giugno dopo la scomparsa di Mia Kataleya, oggetti che gli stessi avrebbero poi utilizzato anche il 17 giugno in occasione dello sgombero dello stabile. Gli altri due indagati, gli zii, erano occupanti di tre distinte stanze nei cui rubinetti dei bagni erano state individuate tracce di una presunta sostanza ematica l'11 giugno in occasione della perquisizione effettuata il giorno seguente il sequestro della piccola Kata. Nel frattempo la Procura ha inoltrato una richiesta di rogatoria internazionale in Perù per sentire 13 persone considerate testimoni informati sui fatti. Non è esclusa neppure la pista che Kata possa essere rapita e trasferita in Perù. I genitori Kata - il padre Miguel Angel Romero Chicclo e la madre Katherine Alvarez Vasquez - la scorsa settimana hanno fatto un nuovo sopralluogo nell'ex Astor e fornito alla Procura nuovi elementi su cui indagare.

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