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Venerdì 23 Febbraio 2024, 20:59 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 14:05

L'inchiesta

Nel frattempo, nell'inchiesta con al centro una serie di casi, tra cui quelli più noti e significativi del pandoro e delle uova di Pasqua, si affaccia un altro tema: la possibile verifica sui milioni di follower, quasi 30 in totale, che compaiono sul profilo Instagram dell'influencer. Analisi per andare a vedere se siano presenti, e in quale quantità, follower "fake", magari acquistati a pacchetti.

Se si dovesse accertare uno scenario di questo tipo, gli inquirenti, infatti, potrebbero fare valutazioni sui rapporti contrattuali tra l'influencer, che si è presentata con 30 milioni di utenti che la seguono, e le aziende. Andrà verificato se le parti, nell'ambito dei contratti commerciali relativi ai casi su cui si indaga, fossero correttamente bilanciate e se siano state gonfiate od omesse delle informazioni rilevanti, come quelle sui follower, reali o finti. Con effetti distorti, magari, sui cachet corrisposti. Va considerato, poi, anche il peso che la stessa imprenditrice ha sui consumatori quando vende un prodotto presentandosi con così tanti follower al seguito. La «enfatizzazione» del fine caritatevole nella campagna promozionale sul pandoro “Pink Christmas”, ha scritto la Procura generale della Cassazione, «amplificata dai mezzi di comunicazione» usati, come i social, ha indotto «in errore i consumatori», che hanno «ritenuto» di «contribuire alla finalità benefica», la «cui serietà era garantita anche dalla credibilità di una influencer da circa 30 milioni di follower».
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