«Emanuela Orlandi era incinta, abortì a Londra»: la lettera inedita mostrata dal fratello Pietro. L'ombra della pedofilia

Lunedì 5 Febbraio 2024, 09:17 - Ultimo aggiornamento: 12:12

Il caso Orlandi

«Tutti mi hanno garantito che presto partirà la Commissione parlamentare». È fiducioso in una vicenda in cui verità e giustizia sembrano sfilargli via tra le mani. Roma 22 giugno 1983, Emanuela Orlandi esce dalla scuola di musica che frequentava e viene vista per l'ultima volta alla fermata dell'autobus, le piste arrivano ovunque persino al terrorismo internazionale ma bussano insistentemente alle porte del Vaticano e si intrecciano alla criminalità organizzata. 40 anni di silenzio ma una sola certezza il dolore della famiglia che sceglie di lottare per Emanuela. Nonostate tante segnalazioni che aprono scenari terribili che non portano a nulla in questa odissea c'è un fratello che non ha mai smesso di far sentire la sua voce, ora che la verità non è mai stata così vicina Pietro sente risciovolarla dalle dita. «Non smetteremo mai di cercarla. 40 anni sono tanti». Pietro aveva poco più che 20 anni quando è successo. «Siamo caduti nel vero senso della parola era ricambiato tutto. La cosa più brutta era non sapere nulla. La paura di trovare Emanuela morta in un cespuglio. Pietro è padre, di 6 figli e marito, e proprio da loro trova la forza di continuare a lottare per scoprire la verità. «Mia moglie e i miei figli mi hanno sempre supportato. Patrizia ha sposato me e questa storia».

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