Chiara Ferragni, il Codacons: «Trasformata in Madre Teresa»

Sabato 24 Febbraio 2024, 17:31 - Ultimo aggiornamento: 20:12

«Bugie, falsità e calunnie»

«All'interno di un momento di informazione rivolta al pubblico – scandisce – si consente di diffondere una difesa di un incriminato di gravi reati che riteniamo sia piena di bugie, falsità e calunnie contro chi ha agito, come l'Antitrust, svolgendo le proprie funzioni per il ripristino della legalità contro imbrogli così palesi».

«Ferragni – lamenta Rienzi – continua a dire che tutto il marcio venuto fuori sul Pandoro-gate vada riassunto in un errore di comunicazione e che nel cartiglio che lei fece mettere sul pandoro non vi sarebbe scritto che il ricavato sarebbe andato in beneficenza, quindi sarebbe in perfetta buona fede».

Le prove

«Noi abbiamo la prova acquisita con l'accesso agli atti che nessuna somma derivante dagli acquisti dei pandori sia stata destinata a queste finalità – scandisce Rienzi – per cui è tutto falso e tale da alterare la capacità di acquisto prima e di donare poi del consumatore». Che spiega: «Il bonifico di 50 mila euro di Balocco era di maggio e quindi precedente e non ha alcun rapporto causale con le vendite del pandoro; non è un versamento conseguente alla generosità e beneficenza di un numero considerevole di consumatori che hanno invece comprato il pandoro vittime di un palese inganno».

L'intervista a "Che tempo che fa"

Rienzi ricorda poi che il Codacons ha chiesto il sequestro della trasmissione "Che tempo che fa", dove l'influencer è annunciata ospite domenica 3 marzo perché «temiamo la stessa vergognosa presa in giro degli italiani, questa volta attraverso gli ascoltatori della rete Nove tv». In conclusione, «chiediamo il rispetto per i lettori di un giornale importante come il Corriere della Sera così come dei telespettatori di Nove tv, perché non si può consentire ad una persona oggetto di un processo penale per gravi reati commessi ai danni di 300mila consumatori e di un procedimento sanzionatorio della massima autorità indipendente, l'Agcom, di poter avere l'occasione anche indirettamente di professare la propria versione in assenza di un reale contraddittorio».

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