È il Blue Monday, il giorno più triste dell'anno. Ma perché è proprio oggi?

Lunedì 15 Gennaio 2024, 11:20 - Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 15:39

Le motivazioni

Parallelamente, tra le motivazioni più comuni per rivolgersi a uno specialista ci sono anche i problemi di personalità, come la bassa autostima o la rabbia, che interessano il 50% dei richiedenti.

Più basso, invece, il numero di utenti che chiede un consulto per problemi relazionali (32%), depressione (29%), traumi (20%), problemi sessuali o di coppia (18%), disturbi alimentari (12%) o dipendenze (7%). Il 26% degli utenti è infine alla ricerca di una consulenza generica . Confrontando i dati, si scopre che, dal punto di vista dei bisogni, le fasce d'età mostrano alcune specificità.

Per esempio, i ragazzi tra i 10 e i 18 anni sono quelli che più degli altri ricorrono alla terapia per disturbi alimentari (un'esigenza espressa dal 16% di loro, ben 4 punti percentuali in più rispetto al 12% della media nazionale di chi è alla ricerca di supporto psicologico); tra i 26 e i 35 anni, invece, si va in terapia, più delle altre fasce d'età, per dipendenze (10%) ma anche per problemi relazionali (33%) — quest'ultimo dato è superiore solo nella fascia 19-25. Mentre nella fascia 36-50 anni si trova la percentuale più alta di ricerca di supporto per problemi di coppia (27% delle richieste, contro la media nazionale del 18%). Alla ricerca di una consulenza generalizzata sono invece soprattutto i genitori preoccupati per i bambini sotto i 10 anni, mentre le richieste per depressione arrivano in particolare dagli over 50.

Nei ragazzi tra i 19 e i 25 anni quasi tutte le problematiche sembrano più accentuate rispetto alle altre fasce d'età, ma registrano percentuali superiori agli altri quelle legate ad ansia, stress, attacchi di panico e paure (64%), ma anche a problemi di personalità (52%) e traumi (23%). Su ProntoPro, la maggior parte degli utenti alla ricerca di uno psicologo è interessato alla terapia individuale (oltre il 90%): un'evidenza che conferma le preferenze e le necessità registrate nel 2022. A cambiare, invece, sono le modalità: se nel 2022 le richieste di un consulto online rappresentavano quasi il 13% del totale, nel 2023 sono scese a poco più dell'8%, a favore delle sessioni in studio, che dall'87% salgono all'89%. Un dato che, se incrociato con quello demografico, potrebbe comunicare la ricerca di un contatto umano da parte della Gen Z, che tra le mura domestiche e online non si sente a proprio agio nel parlare con uno psicologo.

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