Dopo la lotta al Covid-19, per i vaccini a mRna c'è una nuova frontiera: la lotta contro il cancro. Da quasi un decennio sono in corso sperimentazioni e sono davvero promettenti. Sono stati questi lavori ad aver dato un’accelerata per il ritrovamento di un rimedio in grado di frenare i contagi della pandemia di coronavirus.
Ci sono decine di studi clinici che stanno testando vaccini con diverse forme di tumore, come quelle del cancro al pancreas, al colon-retto, all'ovaio e contro i diversi melanomi.
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Le cellule
Come è stato possibile arrivare a questo punto? Circa 30 anni fa gli studiosi hanno imparato a progettare forme stabili di mRna, quindi di Rna messaggero. Una volta nelle cellule è l’mRna a dare alle cellule tutte quelle istruzioni che permettono di produrre proteine che possono stimolare una risposta immunitaria. A riceverle sono le cellule dendritiche, vere e proprie sentinelle del sistema di difesa dell’organismo. Hanno loro il compito di insegnare poi alle cellule T come uccidere le cellule tumorali o quelle dei virus.
Nel caso di Sars Cov-2, il virus che causa il Covid-19, l’mRna dei vaccini Pfizer e Moderna spiega come produrre una versione della proteina Spike.
Con la tecnica a mRna ptrebbero nascere trattamenti anche contro la malaria, la tubercolosi e l’Hiv. Moderna giusto due settimane fa ha dichiarato la volontà di testare vaccini a mRna per 15 tra i patogeni più contagiosi del mondo entro il 2025.
Oggi ci sono vaccini che aiutano nella lotta ai tumori. Ma sono totalmente diversi: partecipano all'azione di prevenzione. Quelli contro i virus dell’epatite B o del papilloma, hanno grandi risultati. Ma non usano la tecnica anti-mRna. L’effetto è “indiretto”: in sostanza, non agiscono sul cancro, ma prevenendo l’infezione riducono la possibilità di infiammazione che causano alcune forme tumorali.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 24 Marzo 2022, 18:03
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