L'altalena dei test: torna a salire il numero dei nuovi positivi
di Valentina Arcovio
GLI ATTUALMENTE POSITIVI
In generale, gli attualmente positivi nelle varie regioni sono tutti al ribasso, tranne la Lombardia. Nel Lazio se ne contano ad esempio 3.786, 40 in meno rispetto al giorno precedente. Un calo che continua a livello nazionale: -1.424 ieri, scendendo a 65.129 totali.
Virus Lombardia, aumentano nuovi contagi (462) e morti (54). Milano non fa eccezione
Coronavirus, campioni d'Italia: ecco la data prevista per il contagio zero. Ventenni più a rischio
Torna a crescere il numero dei decessi, 162 contro i 99 del giorno precedente. Il bilancio totale delle vittime sale quindi a 32.169, mentre i guariti sono 129.401, 2.075 in più rispetto a due giorni fa. Anche sui morti c'è una grande disparità fra le regioni: se in Lombardia le vittime sono 54 in più rispetto a due giorni fa e nel Piemonte 47 in più, nel Lazio ne sono stati registrati 12 (640 in totale), in Campania, Sardegna, Valle d'Aosta, Calabria, Basilicata e Molise zero. La buona notizia è che prosegue il calo dei ricoveri: quelli in regime ordinario scendono di 216 unità e tornano sotto quota 10mila (9.991) per la prima volta dal 15 marzo, mentre le terapie intensive si riducono di altre 33 unità, 716 in totale. Infine, sono 54.422 i pazienti in isolamento domiciliare (-1175).
Coronavirus, in Umbria zero contagi e più guartiti
Sul deciso rialzo dei casi, Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università degli Studi di Milano rassicura. «Non dobbiamo spaventarci», dice. «Osserviamo un leggero peggioramento su Milano e Bergamo - aggiunge - a fronte però di tantissimi tamponi fatti rispetto a ieri». Secondo l'esperto il dato dei tamponi è fondamentale. «È importantissimo guardare a quanti ne vengono fatti, perché significa avere la capacità di scovare quanti più casi possibili», spiega. Rispetto ai morti, «il dato non è indicativo: riguarda pazienti che arrivavano da una malattia di lunga durata, legati ancora alla fase iniziale dell'epidemia. Persone malate da 3-4 settimane», puntualizza il virologo.
LA CURVA
L'aumento della curva non può neanche considerarsi indicativo della fase 2. «I positivi rispecchiano la situazione di 5-6 giorni fa e bisognerà aspettare ancora un po' per valutare l'impatto delle riaperture e trarre ogni tipo di conclusione su eventuali misure da adottare», conclude Pregliasco, secondo cui questi dati dovrebbero «ricordarci l'importanza di non abbassare la guardia e di rispettare le misure di distanziamento fisico».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Maggio 2020, 08:32
© RIPRODUZIONE RISERVATA