Vaccini a Roma: assenteisti e indisciplinati, il flop dei vaccinatori di Arcuri

Assenteisti e indisciplinati: il flop dei vaccinatori di Arcuri nelle Asl della Capitale

di Lorenzo De Cicco

«Non ci hanno mandato la crème de la crème», racconta Aldo Benevelli, direttore della Prevenzione all'Asl Roma 3. E come dargli torto: l'esercito dei vaccinatori extra promessi dall'ex commissario Domenico Arcuri, nella Capitale, si è rivelato un fiasco. Non solo sono arrivati molti meno camici bianchi di quanto previsto, ma anche i pochi che hanno aderito alla call, al 20% sono già a casa o a lavorare altrove. Alcuni sono stati licenziati, altri invece hanno rassegnato le dimissioni, più o meno spontaneamente. Chi li ha visti all'opera, tra i carrelli forniti di boccette e siringhe, racconta di turni saltati, medici introvabili durante l'orario di lavoro, altri ancora invece, tra una puntura e l'altra, si sono accomodati a tavola a casa dei vaccinandi, alla faccia del distanziamento e delle regole anti-Covid. Risultato: le aziende sanitarie hanno dovuto in gran parte fare da sole, lanciando bandi per reclutare personale in proprio, arrivando a offrire fino a 60 euro l'ora ai libero professionisti disponibili a passare mezza giornata negli hub.

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L'IMPEGNO
Le premesse erano diverse: l'11 dicembre scorso, Arcuri, ancora in sella alla struttura commissariale dell'emergenza, prometteva di arruolare in tutta Italia 3mila medici e 12mila infermieri, con uno stanziamento di oltre mezzo miliardo di euro (534 milioni). Il primo tarlo dell'operazione è venuto fuori dopo poche settimane: non si trovavano abbastanza sanitari per coprire tutte le caselle. Si è provato ad assoldare specializzandi e pensionati, peccato che il serbatoio da cui attingere fosse già a secco, dato che i giovani neo-laureati e i medici a riposo sono stati sfruttati dagli ospedali fin dall'inizio della pandemia.

La coperta, corta, era già stata abbondantemente spiegata. Ci si è dovuti accontentare delle rimanenze. Giovani volenterosi, pronti a dare una mano in una campagna di vaccinazione senza precedenti. E dottori rimasti a spasso.

Ma non tutti si sono adoperati con la stessa lena. All'Asl Roma 4, sono rimasti a lavorare 5 vaccinatori extra. Degli altri 2 (il 28%) si sono perse le tracce: uno si è dimesso, un altro è stato messo alla porta, dopo essere stato trovato a mangiare a casa dei pazienti da immunizzare a domicilio. All'Asl Roma 2, su 30 vaccinatori extra, 4 (il 13%) se ne sono andati. Tre hanno rinunciato, uno è stato proprio licenziato, non che la cosa abbia lasciato in preda allo sconforto i superiori, dato che anche quando era incardinato nei turni l'interessato non si presentava oppure beneficiava di abbondanti pause dalla durata indefinita. All'Asl Roma 3, su 13 vaccinatori, hanno lasciato in 2 (il 15,4%). «Purtroppo accanto a qualche giovane collega davvero volenteroso - riprende Benevelli, il direttore della Prevenzione - altri erano decisamente meno motivati, dei ripieghi». Ora però i rinforzi servono. «Il commissario Figliuolo ci ha promesso un nuovo intervento - spiega Enrico Di Rosa, direttore del Servizio di igiene e sanità pubblica all'Asl Roma 1 - I vaccinatori sono indispensabili per aprire i nuovi centri».

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Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Febbraio 2023, 23:18
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