Roma, neonata soffoca, carabiniere fuori servizio la salva: «Ho ripreso respiro con lei»
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L'EMOZIONE
Il carabiniere si è subito informato sulle condizioni della piccola, ha parlato con i genitori che hanno continuato a ringraziarlo. Ricorda ogni istante, su quel marciapiede. Anche se è successo tutto in pochi istanti. «Ho pianto di gioia, non riuscivo a smettere e non me ne vergogno. Salvare una vita è una grande emozione, ma quando poi è quella di una bambina di 20 giorni ti riempie il cuore. Tutto è accaduto in due, tre minuti al massimo. Poi ha ripreso a respirare e con lei anche noi. Ho fatto quello che avrebbe fatto chiunque al mio posto», dice il vice brigadiere, di origine lucana, da 18 anni nell'Arma, anche lui papà di un bimbo di un anno e mezzo. «Quando l'ho vista ho capito che non c'era tempo da perdere, mi sono reso subito conto della gravità. La piccolina era di un colore preoccupante, non respirava, faticava». Ma ora quello che conta «è che sta bene, è sotto osservazione. È una bimba bellissima, con gli occhi blu. Un angioletto».
Perillo ha utilizzato la manovra di Heimlich, una tecnica di primo soccorso per rimuovere un'ostruzione delle vie aeree. Prende il nome dal medico statunitense Henry Heimlich, che per primo la descrisse nel 1974. Bisogna conoscerla bene per praticarla sui bimbi piccoli per via della loro particolare conformazione fisica. Ma Angelo (in questo caso di nome e di fatto) è riuscito a liberare le vie aeree della neonata e salvargli la vita. «Ora spero solo di rivederla e riabbracciarla al più presto», ha concluso il carabiniere.
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Gennaio 2020, 09:07
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