«Tornerà il posto di Polizia all'interno degli ospedali» ad annunciarlo è stato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi in una intervista a Il Messaggero parlando degli episodi di violenza che sempre più spesso si verificano all'interno delle strutture ospedaliere. Il piano è già pronto tanto che lo stesso ministro ha sottolineato come «nei prossimi giorni verrà avviata una iniziativa per rafforzare o istituire presidi di polizia a partire dai plessi ospedalieri di maggiore importanza. Anche qui partiremo dalla Capitale e poi ci dedicheremo alle altre grandi città. È un ulteriore tassello di una generale strategia finalizzata all'aumento della presenza delle forze di Polizia in tutti i luoghi di maggiore frequentazione dei cittadini». Si partirà «dalla Capitale per poi successivamente dedicarsi alle altre grandi città».
Bari, infermiera presa a calci per aver spiegato a una paziente che il suo non era un codice rosso
L'assessore alla Sanità per la Regione Lazio, Alessio D'Amato, in attesa dell'incontro tecnico anticipa: «Partiremo dagli ospedali con il più alto flusso di pazienti come il San Camillo, il San Giovanni, l'Umberto I e l'ospedale Grassi. Sulla sicurezza - precisa - come Regione Lazio abbiamo sempre prestato la massima attenzione durante i mesi della pandemia. Tanto che già avevamo chiesto di attivare i presidi fissi. Adesso - prosegue l'assessore D'Amato - attendiamo disposizioni per stabilire come procedere e con quali criteri. La priorità resta quella di iniziare dai pronto soccorso più in sofferenza. Un segnale importante per medici e infermieri che sono in prima linea». Ed è proprio nei grandi ospedali della Capitale che si sono verificati episodi ripetuti di violenze ed aggressioni.
IL PROGRAMMA
Il passo successivo sarà quello passare alle altre grandi città d'Italia come Milano e Napoli dove episodi ripetuti di violenze si sono verificati ripetutamente al Cardarelli, all'Ospedale dei Pellegrini, all'Ospedale del Mare. Qui sono stati denunciate violenze molto gravi e dove le minacce spesso sono state fatte con l'uso delle armi. Ma non sono solo le gradi città ad avere questo tipo di problemi. Basti pensare a Palermo o a Bari, ospedali di frontiera dove spesso accade di tutto. Proprio a Bari, sabato, dove una giovane infermiera è stata presa a calci da una paziente che, al pronto soccorso, pretendeva di essere visitata immediatamente nonostante avesse una lieve ferita a un dito e un codice verde. La donna, che ha inseguito l'infermiera costringendola a trovare riparo in uno spogliatoio, ha approfittato della assenza della guardia giurata impegnata in quel momento in un altro reparto. Poi è stata portata di forza fuori dal triage del pronto soccorso dove ha continuato a minacciare l'infermiera e gli altri operatori sanitari, creando panico e caos in tutto il reparto. L'operatrice sanitaria in servizio al Di Venere ha riportato ferite guaribili in sette giorni e adesso, in un post su Facebook poi rimosso, si chiede «se conviene davvero» dedicarsi con dedizione a un lavoro faticoso. «Vi prego rispettateci, rispettate l'impegno che ci mettiamo», scrive amareggiata mostrando in foto la gamba bendata. «I camici bianchi - medici, infermieri, tecnici - dedicano la propria vita a una funzione fondamentale come quella di curare la salute dei cittadini e svolgono il loro lavoro anche la notte. Avvieremo un'iniziativa nei prossimi giorni per rafforzare o istituire presidi di polizia» ha rimarcato il ministro, Matteo Piantedosi.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 16 Gennaio 2023, 11:43
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