Russiagate, Kushner nega contatti segreti con Mosca
Nella nota Kushner dice di aver avuto quattro incontri con i russi durante la campagna elettorale del 2016, ma nessuno improprio e che non ha mai avuto legami con alcun governo straniero durante la campagna. E nega "contatti segreti" con l'ambasciatore russo negli Usa.
«Non c'è stata da parte mia alcuna collusione, e non sono a conoscenza di alcuna da parte di altri, con governi stranieri», ha detto Kushner nella testimonianza scritta ai senatori della commissione Intelligence, che oggi lo ascolteranno a porte chiuse sul Russiagate.
Nelle 11 pagine Kushner si descrive come un leale, super impegnato e con poca esperienza politica consigliere di Trump in una campagna elettorale che non ha mai avuto un numero sufficiente di collaboratori. «Io non sono una persona che cercava i riflettori», ha aggiunto spiegando che dopo la conquista, inaspettatata, della nomination il suocero gli chiese curare i rapporti con i Paesi stranieri, entrando così in contatto con ambasciatori di 15 Paesi.
Tra i quali appunto l'ambasciatore russo, Sergey Kislayk, con cui ebbe un primo, breve incontro - finora non rilevato - a un evento al Mayflower Hotel di Washington, lo stesso durante il quale il diplomatico russo incontrò Jeff Sessions, attuale ministro della Giustizia.
Ultimo aggiornamento: Martedì 25 Luglio 2017, 15:37
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