Totò Rizzo
Cinque anni dopo aver liquidato la Premiata Ditta Pooh con i

Totò Rizzo Cinque anni dopo aver liquidato la Premiata Ditta Pooh con i
Totò Rizzo
Cinque anni dopo aver liquidato la Premiata Ditta Pooh con i soci Facchinetti-Canzian-D'Orazio (50 anni di attività, 80 milioni di dischi venduti, 70 mila ore di musica live) Dodi Battaglia torna in pista con il suo primo album da solista, alle soglie dei 70 anni (li compie il primo giugno). Si intitola Inno alla musica (Azzurra Music) e, per quanto pomposo il titolo possa sembrare, con quel po' po' di curriculum se lo può certo permettere. Quattordici brani, tre strumentali in omaggio all'amatissima chitarra di cui è un virtuoso ed anche un collezionista (oltre 50, dice la leggenda). Passato, presente e futuro, in questo disco: ad armi pari, sembrerebbe.
C'è come un rimpianto che echeggia nelle prime canzoni.
«Forse una certa malinconia, una velata nostalgia. Il rimpianto porta sempre con sé una scia di rincrescimento, qui c'è una constatazione lucida di quel che è stato ma anche di quello che avrebbe potuto essere. Ma niente rimpianti. La vita è nel presente, nel domani. E in questo disco ci sono pure fiducia, ottimismo, energia, senso del divenire».
Sembra quasi un'autobiografia.
«Da quando i Pooh si sono sciolti, ho scritto, scritto e scritto. Stavolta non solo note, però, anche parole. Quando eravamo in gruppo, io arrivavo, consegnavo le mie musichette e ci pensavano gli altri bravissimi, in testa Valerio Negrini a prendersi cura dei versi. La mia prima preoccupazione erano sempre lo spartito, la linea melodica, gli arrangiamenti. Stavolta ho tirato fuori anche il Dodi poeta».
E qualche sfizio se lo è tolto anche il Dodi chitarrista.
«Potevo, in un disco tutto mio, non pensare ad un tributo alla mia più fedele compagna? Dei tre pezzi strumentali, due li suono con un ensemble di grandi jazzisti e l'altro con quello straordinario amico e sublime musicista che è Al Di Meola».
Il brano più sofferto è Una storia al presente, dedicato a Stefano D'Orazio?
«Mi chiedo come farò a cantarlo dal vivo senza emozionarmi. Eravamo così diversi, io e Stefano. Io pignolo, monotematico, tenebrosetto, un po' chiuso rispetto al carattere dei bolognesi. Stefano, romano, solare, compagnone, generoso, ironico. Gli canto quello che forse non sono mai riuscito a dirgli a parole».
In tour da quando?
«Ma preghiamo Iddio da prestissimo! Proprio ieri il mio manager mi ha detto di aver chiuso il contratto per il primo concerto. Finalmente si torna a suonare davanti alla gente! Mi auguro mille di queste serate».
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 14 Maggio 2021, 05:01
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