Lorena Loiacono
Dieci anni esatti, tanto è passato da quel 15 ottobre del

Lorena Loiacono
Dieci anni esatti, tanto è passato da quel 15 ottobre del 2009 quando Stefano Cucchi veniva fermato dai carabinieri al Parco degli Acquedotti. Da quel momento la sua famiglia non lo ha più visto. E' entrato in un tunnel da cui è uscito morto, una settimana dopo: era il 22 ottobre, si trovava nel reparto dei detenuti all'ospedale Sandro Pertini. Oggi, a distanza di 10 anni, la sorella Ilaria e tutta la famiglia stanno ancora cercando di ricomporre i pezzi di quei giorni di inferno.
E Roma, per ricordare Stefano, si prepara ad intitolargli una strada, un giardino o una piazza. La mozione, sottoscritta dalla maggioranza di centrosinistra e dal Movimento Cinque Stelle, è stata presentata nel settembre del 2014, nel giorno di inizio del processo d'appello a cinque anni dalla morte del ragazzo. Poi, un anno fa, è arrivata anche la proposta del municipio 8 di intitolare una strada nel quartiere Garbatella in zona Ostiense. Ora, passati 10 anni dalla morte, si può fare: la proposta verrà discussa in commissione toponomastica del Campidoglio nel mese di novembre.
«Ne saremmo onorati commenta Ilaria Cucchi, sorella di Stefano e da sempre in prima linea per arrivare alla verità - rappresenterebbe un altro modo per ricordare non solo Stefano ma anche tutti gli altri che hanno avuto un destino simile al suo». E il destino di Stefano è stato orribile: «Contro Stefano Cucchi ha spiegato il pm Stefano Musarò nell'aula di tribunale, riportando quella che per la Procura di Roma è stata la causa della morte - ci fu un pestaggio degno di teppisti da stadio contro una persona fragile e sottopeso. Di questo stiamo parlando, non di altro».
La sentenza arriverà il 14 novembre prossimo. Un mese di attesa, ancora, prima di capire il corso della giustizia: «Siamo attenti e preoccupati sul rischio dei depistaggi ha commentato ieri Fabio Anselmo, legale della famiglia Cucchi - che sono iniziati nel 2009, ma sono poi continuati nel 2015 e anche nel 2018. E noi temiamo che continuino ancora. C'è il concreto rischio che possano emergere altri recenti depistaggi. Parlo di depistaggi che possono deviare il normale corso della giustizia».
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Ottobre 2019, 05:01
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