L'EMERGENZA

L'EMERGENZA
Angela Calzoni
«I 200 migranti che in questi giorni si sono accampati vicino a Porta Venezia sono solo l'inizio. Se non cambia qualcosa, in autunno, quando farà più freddo, rischiamo di avere centinaia di persone per strada». Non ha dubbi Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca, l'associazione che presta soccorso con le sue unità mobili agli stranieri che in questi giorni sono sbarcati con tende e sacchi a pelo lungo via Vittorio Veneto e sui bastioni di Porta Venezia. Tra loro, anche una famiglia che ha un bimbo di tre anni.
Una situazione che però rischia di essere solo al punta dell'iceberg. «Se nel frattempo non cambierà qualcosa nel trattato di Dublino, continueranno a rientrare dai Paesi del Nord Europa tutti i migranti che sono stati fotosegnalati per la prima volta in Italia spiega Senigallia - assisteremo a un'onda migratoria che arriverà da Nord, più che da Sud». E Milano sarà crocevia delle peregrinazioni di tanti, il cui status migranti, profughi o richiedenti asilo - non è di facile definizione. Arrivano soprattutto Siria, Pakistan, Eritrea, passando dai Balcani e da Trieste e non hanno fatto richiesta di asilo. Per il Comune sono dei transitanti e non hanno titolo per dormire nei centri di accoglienza.
Al momento vengono considerati dei senzatetto e possono trovare un posto letto, almeno per qualche giorno, nei centri di accoglienza temporanei, come lo spazio di via Sammartini che fino a poche settimane fa era gestito da Arca e ospitava una settantina di migranti. «Adesso i posti letto sono solo 24 - fa sapere un volontario e c'è posto solo per mamme, bambini e solo per pochi giorni. Di certo, però, non è una soluzione». E nei prossimi mesi che cosa succederà? «Se in estate in tanti si arrangeranno, dormendo dove capita, quando arriverà l'autunno tutti cercheranno un posto letto e un pasto caldo aggiunge un altro volontario - e si rivolgeranno al Centro aiuto del Comune». In assenza di indicazioni chiare da parte del ministero dell'Interno, però, verrà detto loro, come già succede in questi giorni, che «non c'è posto». Il rischio, quindi, è di avere tante persone affamate e disperate in giro per la città. Sinigallia lancia l'allarme: «Potrebbe succedere di tutto».
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Luglio 2018, 05:01
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