Giallo del ginecologo, la pista del suicidio

Giallo del ginecologo, la pista del suicidio
Non una rapina finita nel sangue. Non un misterioso appuntamento con l'assassino. Forse è un'altra la verità dietro la morte del ginecologo napoletano Stefano Ansaldi, trovato sgozzato sabato scorso in via Macchi, sotto ad un'impalcatura, vicino a Centrale: potrebbe anche trattarsi di un suicidio, per quanto elaborato.
Le indagini non hanno ancora escluso ufficialmente l'omicidio, ma gli elementi raccolti dai carabinieri del Nucleo investigativo concorrono ad avvalorare l'ipotesi del suicidio: il ginecologo specializzato in fecondazione assistita - arrivato da Napoli con un treno quel pomeriggio - si sarebbe reciso la gola da solo. Il coltello è rimasto a terra: sopra non ci sono impronte, e il medico indossava quanti di lattice. Vicino al cadavere è rimasto il suo Rolex, chiuso in modo ordinato, e una valigetta con pochi oggetti personali. Inoltre le telecamere della zona non hanno ripreso persone fuggire, né i due testimoni, che l'hanno visto cadere a terra e morire, hanno visto qualcuno scappare o sentito rumori di passi. In più, il suo smartphone, non trovato, era stato spento circa un'ora prima del decesso. Dalla prima analisi autoptica, inoltre, il colpo mortale non sembra essere stato inferto da davanti: tra 30 giorni gli esiti definitivi chiariranno meglio le modalità del taglio alla giugulare.
I carabinieri stanno ancora ricostruendo le ultime fonfamentali ore della vittima, arrivato a Milano alle 15 con un biglietto di sola andata e morto verso le 18. (G.Pos.)

Ultimo aggiornamento: Giovedì 24 Dicembre 2020, 05:01
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