Varani, i genitori in tv: "Massacrato con ferocia, nessun perdono"

Varani, i genitori in tv: "Massacrato con ferocia, nessun perdono"
«È stato ucciso da quei due così... per gioco. Subito l'ho capito e difatti si è saputo che personaggi sono. È caduto in una trappola. Hanno colpito a morte anche noi. Quando si cancella questa cosa? Tutto quello che è stato detto, poi...». A parlare, durante un'intervista esclusiva a Porta a Porta che andrà in onda questa sera, è Giuseppe Varani, il papà di Luca, il 23enne massacrato lo scorso marzo in un appartamento nel quartiere Collatino di Roma.

«Luca è stato ucciso con grande ferocia - ribadisce il papà -. Ho visto mio figlio in camera mortuaria ed era irriconoscibile per come lo avevano conciato. Ed io ho visto solo una minima parte del corpo. Per noi è una ferita che si allarga sempre. Solo quel bimbo avevamo noi. Ci manca, per noi era tutto. Abbiamo fatto tanto per averlo. Abbiamo aspettato dieci anni per averlo (in adozione, ndr) e arrivano due a distruggerci tutto quello che abbiamo costruito». «Pensiamo sempre a come è stato fatto questo omicidio... per fargli del male, per farlo soffrire. Col coltello seghettato. Non voglio dire altro, tanto che non ho voluto vedere neanche la perizia. A noi è cambiato tutto. Andare avanti ora è dura».  

IL DOLORE DI UNA MADRE «Abbiamo sempre pensato dal primo momento che Luca potesse essere stato attirato da una proposta di lavoro», rivela Silvana Varani, la madre di Luca durante l'intervista a Porta a Porta. «Come hanno descritto mio figlio è proprio una cosa fuori dal mondo - sottolinea la donna -. Tutto quello che hanno scritto non esiste. È come se lo avessero ucciso un'altra volta». Luca e la sua fidanzata, Marta Gaia, «volevano sposarsi, avere dei figli. Il dolore più grande è che gli hanno troncato la vita, hanno spezzato i sogni di un ragazzo di 23 anni», continua mamma Silvana. «Io penso che lui, essendo troppo buono, è stato adescato più facilmente degli altri in questa trappola - afferma -. È da impazzire pensare alle torture che ha subito. Per niente, poi, senza alcun motivo. Non so per quale motivo è morto mio figlio».

«Questo è un caso che non merita il perdono. Non stiamo parlando di un incidente, ma di ragazzi che hanno torturato un altro ragazzo senza motivo. Quindi il perdono non è proprio da prendere in considerazione», continua la donna. A Manuel Foffo e Marco Prato, i due ragazzi accusati dell'omicidio, la donna dice di non avere «nulla da dire». «Ora speriamo che Luca abbia giustizia, sia per quello che gli hanno fatto sia per come lo hanno descritto - conclude -. Auspichiamo che la giustizia faccia il suo corso, e io sono fiduciosa».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 12 Ottobre 2016, 19:22