Delitto Varani, Marco Prato: "Io non ho ucciso, ero succube della personalità di Manuel" -Guarda

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ROMA - Marco Prato, in carcere con l'accusa di omicidio, ribadisce tramite il suo avvocato intervistato da "Panorama" di non aver ucciso Luca Varani: "Non sono stato io a colpirlo con il martello e con i coltelli. La verità è che non ho avuto il coraggio di fermare Manuel, ero succube della sua personalità".

 
 


Il giovane, condannato a 30 anni di reclusione con rito abbreviato, si riferisce a Foffo e per la prima volta dal giorno del delitto del Collatino racconta la sua verità dal carcere di Velletri, dove è rinchiuso in attesa del processo nei confronti di Manuel Foffo che si aprirà il 10 aprile in Corte d'assise.

"Gli eccessi di una vita o di una piccola parte di essa - racconta - mi hanno esposto a qualunque incontro e rischio nella spasmodica ricerca dell'uomo che, come Manuel, suonasse le corde giuste o forse sbagliate... Ho subito volontariamente tanta violenza per assecondare maschi eterosessuali di cui ero invaghito e che mi facevano sentire femminile - ricorda -. Quando particolari così pruriginosi diventano pubblici, sono utili alla coscienza collettiva per puntare il dito anziché guardarsi allo specchio". Che cosa direbbe a Foffo? "Manuel, abbandona l'odio - risponde Prato a Panorama -. Così come mi hai lasciato andare a morire, ora lasciami vivere e restituisci la verità". 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Marzo 2017, 17:55
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