Auto sulla folla, il fratello del 17enne Rom
gli urlava: "Bastardo, fermati" -Foto/Video

Auto sulla folla, il fratello del 17enne urlava: "Bastardo, fermati"
ROMA - E' stato convalidato il fermo del 17enne fermato lunedì con l'accusa di omicidio volontario per l'incidente avvenuto mercoledì scorso in via Battistini, a Roma, nel quale è morta una donna filippina. «Il gip ha convalidato il fermo e ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere. Il mio assistito ha risposto alle domande, le sue dichiarazioni non collidono con quelle del padre ma collimano perfettamente e ha detto che erano in quattro sulla macchina. Ha dichiarato che guidava lui e che dietro c'erano il fratello e la sua convivente. In macchina c'era anche il padre », ha detto Antonio Gugliotta, l'avvocato del ragazzino.







NON POTEVA ANDARE A 180 «Ha detto che la macchina era la sua e che l'aveva comprata dieci giorni prima per 700 euro, era un catorcio non poteva andare a 180 km/h», ha detto il legale. «Gli avevano già sequestrato un altro veicolo e forse temeva che gli sequestrassero anche questo», ha spiegato l'avvocato. Il difensore ha poi riferito che il 17enne «ha un precedente ingresso qui (centro di prima accoglienza Virginia Agnelli) per un furtarello e delle denunce a piede libero». «Ha detto chiedo perdono a queste persone, era addolorato, dispiaciuto».







IL FRATELLO GLI URLAVA: "BASTARDO, FERMATI" «Non ha saputo fornire una spiegazione logica al suo comportamento. Ha sempre detto di essere impaurito e forse di aver toccato l'acceleratore invece del freno, questo non è chiaro faremo una perizia», ha aggiunto Gugliotta al termine dell'udienza di convalida del fermo. «Ha raccontato che il fratello da dietro lo strattonava dicendogli di fermarsi, che gli gridava disgraziato anzi bastardo - ha aggiunto l'avvocato - si voleva buttare dalla macchina».



AVEVA PAURA DI ESSERE PICCHIATO «Si è spaventato perché ha detto che in una precedente occasione aveva preso le botte dalla polizia e pensava di prendere delle botte perché non aveva patente e assicurazione. Era terrorizzato e per questo si è lanciato in questa folle corsa». «Il gip - ha spiegato l'avvocato - nel convalidare l'arresto ha mantenuto la qualificazione giuridica del reato ipotizzato dal pm, ovvero omicidio volontario caratterizzato dal dolo eventuale».



A chi gli chiedeva se il 17enne si sia reso conto di quello che ha fatto il difensore ha risposto: «Non credo, il problema infatti e' proprio questo di valutare il grado di maturità del minore». «Faremo delle richieste soprattutto finalizzate ad accertare il grado di maturità del ragazzo», ha detto Gugliotta. «Oggi era terrorizzato e tremava».



Quanto ai giorni di fuga, ha raccontato l'avvocato, i due fratelli «sono stati all'addiaccio». «Lui ha detto di essere andato a piedi a Fregene e di avere vissuto nella macchia e di non avere mangiato», ha continuato.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 3 Giugno 2015, 18:19
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