Renzi e le riforme: "Se vanno bene lo decideranno
i cittadini con un referendum. Sovranità al popolo"

Renzi e le riforme: "Se vanno bene lo decideranno ​i cittadini con un referendum. Sovranità al popolo"

di Alessandra Severini
ROMA - Sulla riforma della Costituzione l'ultima parola spetterà ai cittadini. Matteo Renzi risponde alle accuse di autoritarismo evocando il referendum confermativo sulla legge costituzionale che supera il bicameralismo paritario.





Il premier non intende insomma perdere altro tempo in Parlamento e suona la carica in vista del voto di domani, quando Montecitorio esprimerà il suo giudizio sul ddl costituzionale. Poi ci sarà il referendum «perché la sovranità appartiene al popolo e sarà il popolo a decidere se la nostra riforma va bene o no. Il popolo, nessun altro, dirà se i parlamentari hanno fatto un buon lavoro o no».



Insomma Renzi è convinto che il cammino delle riforme non rallenterà. Nonostante le pressioni del suo partito, esclude cambiamenti alla legge elettorale e spinge l'acceleratore per chiudere in fretta la riforma della scuola, della pubblica amministrazione e quella della Rai.



Gli ex alleati del Nazareno? Minacciano invece il voto contrario alle riforme. «Martedì voteremo contro questa riforma e il pasticcio del Senato – annuncia Silvio Berlusconi - così diremo no all'arroganza e alla prepotenza di un Pd che non è stato capace di cambiare il Paese». In realtà Forza Italia è completamente spaccata e Verdini, l'ambasciatore privilegiato per la trattativa del Nazareno, ora vorrebbe rispettare l'antico patto. Non farlo, secondo lui, equivale a un suicidio per FI. Il gruppo vicino a Verdini sta lavorando per convincere quanti più colleghi almeno ad astenersi. Ci sono poi i ribelli fittiani, che sostengono il No alle riforme ma denunciano la mancanza di una linea politica forte e coerente, capace di guidare l'elettorato moderato. Un caos, quello di Fi, confermato dai sondaggi che la vedono ormai sotto alla Lega. Il Carroccio però plaude alla faccia dura mostrat?a dal Cavaliere e prepara l'alleanza con gli azzurri alle regionali di maggio.



Forte della sua posizione e delle divisioni altrui, il Pd (che alla Camera non ha grossi problemi di numeri) può però? facilmente fare spallucce davanti alle minacce forziste senza sbattere la porta. «Berlusconi si trincera dietro la paura di una leadership in difficoltà – dice il vicesegretario dem Guerini - Noi andiamo avanti comunque con convinzione e determinazione, chi, invece di vacillare e ondeggiare, ci ripensa sa dove trovarci».



Non spaventano troppo nemmeno i malumori in casa, con la minoranza dem che si prepara a dare battaglia. In molti non parteciperanno stamattina all'assemblea convocata da Matteo Renzi. «Cosi com'è adesso il pacchetto riforma costituzionale-legge elettorale non funziona e non sta in piedi - ha detto Alfredo D'Attorre - Le divergenze si ricompongono con discussioni vere e disponibilità all'ascolto e non moltiplicando le riunioni lampo che non hanno costrutto».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Marzo 2015, 09:11