Dal Def alle regionali, passando per Italicum
e scioperi: per Renzi un aprile caldissimo

Dal Def alle regionali, passando per Italicum e scioperi: per Renzi un aprile caldissimo

di Alessandra Severini
ROMA - Si apre un mese difficile per il governo Renzi. Tra malumori di minoranze e alleati, numeri ballerini al Senato e proteste dei lavoratori, il premier deve trasformare in breve tempo molte delle sue promesse in realtà. Anche perché a fine maggio ci sono le elezioni in 7 regioni, banco di prova importante per l'esecutivo. Si partirà già oggi con l'approvazione del Documento di economia e finanza in Consiglio dei ministri.





Il Def prevede per il 2015 una crescita dello 0,7% e un rapporto deficit/Pil al 2,6%. «Non ci sarà alcun aumento delle tasse» ha assicurato il premier. Perché sia vero, il governo dovrà disinnescare le clausole di salvaguardia che comporterebbero un aumento di Iva e accise per 16,8 miliardi nel 2016. Tenterà di farlo tagliando la spesa pubblica per circa 10 miliardi. Si colpiranno le partecipate locali, ma ci saranno anche controlli più stringenti sulle prestazioni sociali a partire dagli assegni di invalidità e un'accelerazione dei costi standard. I Comuni però già avvertono sull'impossibilità di sostenere nuovi tagli senza mettere a rischio i servizi.



Mese decisivo anche per la scuola. Il ddl dovrà correre in Parlamento per consentire la stabilizzazione di 100 mila precari entro settembre. Ai sindacati però la riforma non piace: dal 9 al 18 aprile hanno indetto lo sciopero delle attività non obbligatorie. Il 21 aprile sarà invece una giornata nera per il trasporto aereo.



Sul piano politico, Renzi dovrà pacificare sia il fronte interno che quello esterno. La sinistra dem promette battaglia sull'Italicum, mercoledì prossimo, mentre l'alleato Ncd è scontento per la perdita del ministero delle Infrastrutture. Ed entro il mese la casella del ministero agli Affari regionali andrà riempita. E anche per ammorbidire i rapporti con Ncd, il premier ha annunciato come imminente la riforma delle intercettazioni. Nel ruolo strategico di sottosegretario lasciato da Delrio, invece, già oggi potrebbe essere nominato uno fra l'ex Cgil, Valeria Fedeli, il vice capogruppo Ettore Rosato o il vice ministro, Claudio De Vincenti.



Su tutto incombono le regionali di fine maggio. I sondaggi danno il Pd sopra il 35% e il M5s in ripresa. In Veneto la candidata dem Moretti sembra in svantaggio su Zaia, nonostante le divisioni in casa Lega, mentre in Campania il Pd deve risolvere il caso De Luca. Il ministro Orlando che Renzi avrebbe voluto candidato alla Regione pare sia sia tirato fuori dalla corsa.

Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Aprile 2015, 12:21
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