I popolari vanno all'opposizione:
la maggioranza in Senato a rischio

I popolari vanno all'opposizione: ​la maggioranza in Senato a rischio

di Margherita Ossoli
ROMA - La maggioranza perde pezzi e la tenuta al Senato è messa a rischio. Due senatori dei Popolari per l'Italia, Mario Mauro e Tito Di Maggio annunciano l'uscita dalla maggioranza e a Palazzo Madama i voti di scarto per l'esecutivo Renzi si riducono a nove.





A differenza dei colleghi, la senatrice dei Popolari Silvia D'Onghia, sottosegretario all'Istruzione, ha deciso di rimanere nel governo, seguita dal sottosegretario Domenico Rossi.



I renziani non temono i numeri risicati: «Mauro ha lasciato un governo che non ha mai sostenuto. I suoi lo hanno lasciato solo». Una maggioranza così striminzita rinvigorisce però i ribelli della minoranza Pd che, sull'onda dell'esito elettorale, sono pronti ad alzare la voce a partire dalla riforma della scuola per cui chiedono modifiche rilevanti. In particolare, l'assunzione dei precari di seconda e terza fascia, finora non prevista; la riduzione dei poteri assegnati al preside; lo school bonus e i vantaggi fiscali per chi manda i figli alle paritarie superiori.



Anche nel centrodestra tutto è in movimento. Ncd guarda con interesse ad una riunificazione dell'area moderata e si mostra più fredda con l'alleato Pd. Non a caso il ministro Alfano sul caso De Luca dice che la «legge Severino verrà applicata per intero». Sempre al Senato, Raffaele Fitto è pronto a varare il suo nuovo gruppo, “Conservatori e riformisti”, formato da dozzina gli esponenti, tutti fuoriusciti da Forza Italia.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 4 Giugno 2015, 09:49
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