Aggressioni con l'acido, ora Boettcher accusa
Magnani: "Le orme non erano le mie" -Foto
di Benedetta Dalla Rovere
Ai giudici il broker 30enne, assistito dall'avvocato Ermanno Gorpia, ha suggerito che ad aggredire Savi il 2 novembre in via Quarto Cagnino, sia stato Magnani, aiutato da Martina e forse da un quarto uomo.
Molti gli elementi che porterebbero in questa direzione. Le impronte lasciate nell'acido proprio sul marciapiede di fronte alla casa della vittima coincidono con delle scarpe da tennis numero 44. Boettcher, però, porta il 42 e mezzo e per dimostrarlo ha perfino mostrato ai giudici le Nike che indossava.
Un dettaglio poco rilevante per il pm Marcello Muso, dato che quelle orme potrebbero essere state lasciate da un passante. Savi, inoltre, agli investigatori aveva raccontato di essere stato aggredito da un uomo altro circa un metro e 80, più somigliante a Magnani che a Boettcher, che con le scarpe ai piedi sfiora il metro e 90. Anche le telecamere del distributore Q8 all'angolo tra via Quarto Cagnino e via San Giusto inquadrano un uomo che si allontana pochi minuti dopo l'agguato. Per l'avvocato Gorpia poco si è fatto per capire chi sia.
Da accertare anche l'identità di un altro uomo che la notte dell'agguato si è fatto medicare per delle ustioni all'avambraccio all'Ospedale San Carlo. Inverosimile, per il legale, anche il fatto che Savi sia stato aggredito per uno scambio di persona. Martina Levato, infatti, stava monitorando il profilo facebook di Giuliano Carparelli già da ottobre. Il Riesame si è riservato di decidere e si pronuncerà nei prossimi giorni sulla richiesta di revoca della misura.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Maggio 2015, 10:02
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