Politici intercettati, due arresti. "Spiati anche Renzi e Draghi"

Politici intercettati, due arresti. "Spiati anche Renzi e Draghi"
La Polizia ha smantellato una centrale di cyberspionaggio che per anni ha raccolto notizie riservate e dati sensibili: spiati politici, istituzioni, pubbliche amministrazioni, studi professionali e imprenditori di livello nazionale. L'indagine, condotta dalla Polizia postale e coordinata dalla procura di Roma, ha portato all'arresto di due persone, un ingegnere nucleare e sua sorella, residenti a Londra ma domiciliati a Roma e conosciuti nel mondo dell'alta finanza capitolina.

Ai due vengono contestati i reati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato ed intercettazione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche. Le indagini degli investigatori del Cnaipic, il Centro nazionale anticrimine informatico della Polizia postale, hanno accertato che i due fratelli gestivano una rete di computer (botnet) - infettati con un malware chiamato 'Eyepyramid' - che avrebbe loro consentito di acquisire, per anni, notizie riservate e dati sensibili di decine di persone che, a vario titolo, gestiscono la funzione pubblica e delicati interessi, soprattutto nel mondo della Finanza.

L'indagine è partita dalla segnalazione al Cnaipic dell'invio di una mail: indirizzata all'amministratore di rilievo di un' infrastruttura critica nazionale, conteneva il virus Eyepyramid. Seguendo quella traccia gli investigatori sono risaliti alla rete botnet che, sfruttando il malware, riusciva ad acquisire da remoto il controllo dei computer e dei sistemi informatici delle vittime.
 
 

I NOMI DEGLI ARRESTATI Sono l'ingegnere nucleare di 45 anni, Giulio Occhionero, e la sorella Francesca Maria, 49 anni, le due persone finite in carcere per una presunta attività di cyberspionaggio. In base a quanto emerge dall'ordinanza di custodia, emessa dal gip Maria Paola Tomaselli, i due sono accusati di aver spiato anche il sito dell'ex premier Matteo Renzi. L'indagine è coordinata dal pm Eugenio Albamonte della Procura di Roma. Tra i portali oggetto dell'attività dei due anche quello della Banca d'Italia, della Camera e del Senato. 



ANCHE RENZI E DRAGHI Ci sarebbero anche Matteo Renzi e Mario Draghi tra i politici spiati dai due fratelli, un ingegnere nucleare e sua sorella, arrestati dalla Polizia che ha smantellato una centrale di cyberspionaggio che per anni ha raccolto notizie riservate e dati sensibili. L'organizzazione aveva immagazzinato le informazioni trafugate a istituzioni, pubbliche amministrazioni, studi professionali e imprenditori di livello nazionale in alcuni server sequestrati in Usa. 

Anche due computer in uso ai collaboratori del cardinale Gianfranco Ravasi - dal 2007 presidente del Pontificio Consiglio della cultura, della Pontifica Commissione di archeologia sacra e del consiglio di coordinamento tra accademie pontificie - risultano «compromessi» nell'ambito dell'attività di spionaggio scoperta dalla Polizia Postale.

Nell'inchiesta che ha portato all' arresto dei fratelli Occhionero risultano spiati gli account di diverse figure istituzionali. Tra questi l'ex premier Mario Monti, l'ex Governatore della Banca d'Italia Fabrizio Saccomanni, dell'ex comandante Generale della GUardia di Finanza, Saverio Capolupo. Tra gli altri anche Piero Fassino, Paolo Bonaiuti, Mario Canzio, Vincenzo Fortunato, Fabrizio Cicchitto e Ignazio La Russa. 

C'è anche l'ex presidente della Regione Campania Stefano Caldoro e il senatore Domenico Gramazio tra le caselle di posta elettronica spiate dai due arrestati. Grazie al virus informatico messo a punto i due fratelli Occhionero avevano accesso, anche con password, alle mail di numerosi politici tra cui anche l'ex ministro Brambilla. Accesso pure alle mail di Daniele Capezzone. Nel database oggetto dell'indagine sono stati trovati domini di importanti società private o enti istituzionali come: Istruzione.it, Gdf.it, Banca d'Italia.it, Camera.it, Senato, Esteri, Tesoro, Interni, Regione Campania, Regione Lombardia, Cisl, UniBocconi. 

18MILA USERNAME Un elenco di 18.327 username (il nome con cui un utente viene riconosciuto online) di cui 1.793 corredate da password e catalogate in 122 categorie denominate 'Nick' che indicano la tipologia di target (politica, affari, etc...) oppure le iniziali di nomi e cognomi: è questo il database nelle mani delle due persone arrestate dalla Polizia con l'accusa di aver realizzato una centrale di cyberspionaggio per raccogliere notizie e dati sensibili di politici, pubbliche amministrazioni, studi professionali e imprenditori.
 


SERVER SEQUESTRATI NEGLI USA I server in cui i due fratelli arrestati oggi dalla Polizia per cyberspionaggio, nei confronti di politici e istituzioni hanno immagazzinato le informazioni raccolte, sono stati sequestrati in Usa dal Fbi. La cooperazione internazionale tra gli uomini della polizia Postale e quelli della Cyber Division del Federal Bureau of Investigation è stata fondamentale: gli americani, allertati dai colleghi italiani, hanno infatti impedito che l'ingegnere nucleare e sua sorella - una volta capito di esser stati scoperti - potessero distruggere da remoto le tracce dello spionaggio. L'analisi del materiale sequestrato in America consentirà ora di accertare con esattezza quali e quanti dati siano stati rubati ma, soprattutto, di ricostruire l'intero giro d'interessi che si nascondeva dietro i due fratelli.

SIGLE PER INDICARE I POLITICI La sigla 'Pobu', Politicians Business, indicava la 'cartella' in cui venivano catalogati tutti i politici scelti come target e spiati in questi anni mentre 'Bros' (fratelli), era invece la sigla della cartella in cui sono stati piazzati tutti gli appartenenti ad una loggia massonica: è quanto hanno scoperto gli investigatori della Polizia indagando sui due fratelli arrestati oggi e accusati di cyberspionaggio. L'indagine ha anche permesso di risalire ad una serie di società italiane e straniere che, secondo gli investigatori, altro non erano che scatole cinesi usate come paravento per acquisire in via anonima servizi informatici all'estero. E proprio il concreto pericolo di una fuga all'estero degli indagati, che erano titolari di diverse attività fuori dall' Italia, ha spinto il Gip ad emettere le misure di custodia cautelare in carcere per i due.
Ultimo aggiornamento: Martedì 10 Gennaio 2017, 17:51
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