I giovani Rom e Sinti scrivono alle istituzioni:
"Vogliamo un'Italia unita, basta con i ghetti"

I giovani Rom e Sinti scrivono alle istituzioni: "Vogliamo un'Italia unita, basta con i ghetti"
ROMA - Venticinque ragazzi rom, sinti e non rom, hanno consegnato alle Istituzioni un documento, un Manifesto per "un'Italia unita e libera da ghetti". E' accaduto stamattina nelle aule del Senato.





I giovani vorrebbero rappresentare gli "attori di un cambiamento" e sognano "un risveglio di umanità" per il nostro Paese. La ricetta per garantire "i diritti per tutti - a loro avviso - è il superamento dei campi rom e nuove proposte per la scuola, il lavoro e i giovani.



Il manifesto è stato elaborato da ragazzi di diverse città durante la Convention 'Primavera Romani', promossa a Roma dall'Associazione 21 luglio, che si è conclusa oggi a palazzo Madama con la consegna del documento finale a Manuela Serra (M5s) della Commissione Diritti umani.



In un periodo di crisi come questo - ha osservato il presidente dell'associazione, Carlo Stasolla - «alla lamentela sterile o alla battaglia violenta, noi scegliamo la terza via: vogliamo pensare a un'Italia diversa. Dobbiamo fare in modo che il manifesto venga condiviso da più persone possibili».



"Se vogliamo cambiare la realtà, dobbiamo farlo noi", ha osservato la senatrice spagnola di origine rom, Silvia Heredia Martin, raccontando che dal "1978 a oggi i gitani che vivono in situazione di disagio in Spagna sono passati dall'80% al 5%".



Le proposte dei giovani per un'Italia più 'serena', prevedono tra le altre cose, di inserire tra le attività extrascolastiche, che danno crediti formativi agli studenti, anche il 'contributo alla collettività'; istituire consulte giovanili nei Comuni; introdurre lo ius soli; garantire affitti agevolati e l'accesso alle case popolari su basi eque; promuovere soluzioni abitative nuove come il cohousing; obbligare gli enti locali a mettere a disposizione dei senza dimora gli edifici pubblici inutilizzati.



Per quanto riguarda invece lavoro e scuola, i ragazzi rom e non rom suggeriscono di alzare la soglia di reddito per l'accesso alle borse di studio e assicurare la copertura dei costi scolastici contro l'abbandono; formare i docenti all'intercultura e al plurilinguismo; inserire a scuola figure di pedagogisti per facilitare il contatto tra scuola e genitori; prevedere programmi di inserimento lavorativo ad hoc per chi vive nei campi; favorire la creazione di cooperative per valorizzare i lavori tradizionali dei rom e prevedere incentivi per aziende che assumono categorie in svantaggio.
Ultimo aggiornamento: Martedì 22 Settembre 2015, 09:20
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