Laureati in fuga dall'Italia, il 2017 l'anno del record? "La metà pronta a partire"

Laureati in fuga dall'Italia, il 2017 l'anno del record? "La metà pronta a partire"

di Lorena Loiacono
Lauree in fuga, gli universitari italiani stanno preparando la valigia per partire. Cosa mettono dentro? Una migliore conoscenza dell'inglese, rispetto al passato, e la necessità di guadagnare di più. Due buoni motivi per guardarsi intorno, fuori dai confini nazionali se non addirittura continentali.

A rivelarlo è il XIX Rapporto sul Profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati, realizzato dal Consorzio interuniversitario AlmaLaurea e presentato ieri nell'Università di Parma durante il convegno Università e skill nella seconda fase della globalizzazione, presso l'Università di Parma. 

Si dichiara quindi disponibile a partire per lavorare in un altro Stato europeo il 49% dei laureati, solo un anno fa era il 38%. C'è poi un buon 35% che assicura addirittura di essere pronto a trasferirsi in un altro continente. Non solo, si rileva anche una diffusa disponibilità ad effettuare trasferte anche frequenti nel 27% degli intervistati e anche a trasferire la propria residenza nel 52% dei casi. Mette il veto sulle trasferte solo il 3% dei laureati.
Quindi, tutti d'accordo, si parte. Soprattutto perché nel bagaglio culturale dei laureati, ora, c'è anche una buona conoscenza delle lingue straniere, più che in passato. Prima fra tutti la lingua inglese: la quota dei laureati del 2016 con una conoscenza almeno buona dell'inglese scritto si aggira infatti sul 76% e raggiunge l'80% tra i laureati magistrali biennali.

Senza contare che, all'estero, il lavoro si trova ed è pagato meglio. In Italia infatti rispetto al 2008 il tasso di disoccupazione è quasi raddoppiato passando per le lauree triennali dall'11% al 21% e per le magistrali dall'11% al 20%. Inoltre le retribuzioni medie percepite all'estero sono notevolmente superiori a quelle degli occupati in Italia: i laureati magistrali biennali guadagnano, a cinque anni dal titolo, 2.202 euro mensili netti, contro i 1.405 euro dei colleghi occupati in Italia. A cinque anni dalla laurea infatti la retribuzione mensile netta in Italia è pari a 1.362 euro per i laureati triennali e 1.405 euro per i colleghi magistrali biennali.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Maggio 2017, 08:58
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