Torture ai terroristi, l'ex vicepresidente Usa
Cheney: "Gli agenti Cia sono degli eroi"

Torture ai terroristi, l'ex vicepresidente Usa ​Cheney: "Gli agenti Cia sono degli eroi"

di Giammarco Oberto
MILANO - L'11 settembre era il numero due alla Casa Bianca, la spalla di Bush. E di tutto quello che è accaduto dopo l'ex vicepresidente Dick Cheney, oggi 73enne, dice in un'intervista alla Nbc: «Rifarei tutto, lo rifarei subito».





Nei giorni della bufera sulla Cia, accusata dal Senato Usa di aver usato metodi disumani e inutili per interrogare sospetti terroristi, il falco dell'era Bush jr difende a spada tratta gli agenti dell'intelligence: «Sono eroi, non torturatori». «Tortura è quello che i terroristi hanno fatto i terroristi di Al Qaida a tremila americani l'11 settembre. Non c'è paragone fra questo e quello che abbiamo fatto noi per rafforzare gli interrogatori». Dice porprio così, Cheney, «rafforzare». Perché «la Cia è stata molto attenta ad evitare le torture». Il waterboarding - ovvero l'annegamento simulato - «così come lo abbiamo fatto noi non è una tortura». E non lo è neanche la pratica della «reidratazione rettale», che le spie americane facevano ai prigionieri solo per «motivi medici».



Il rapporto del Senato che ha fatto promettere a Obama che «l'America non farà mai più ricorso a quei metodi», secondo Cheney è «seriamente viziato». Perfino nella parte in cui la commissione intelligence scrive che il presidente Bush non era pienamente al corrente delle tecniche usate dalla Cia. «Non è vero nulla - dice seccamante Cheney - Bush sapeva che cosa facevamo. Lo ha autorizzato, lo ha approvato».



E il biasimo internazionale per le torture di Stato ha colpito anche Tony Blair, all'epoca il principale alleato di Bush: il ministro della Difesa britannico Michael Fallon ha intimato all'ex premier di fornire un «pieno resoconto» di quello che sapeva delle torture della Cia.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 15 Dicembre 2014, 11:46
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