Libia, il vescovo italiano minacciato di morte:
"Resto a Tripoli. Vengano a decapitarmi" -Foto

Libia, il vescovo italiano minacciato. "Resto a Tripoli, vengano a tagliarmi la testa"
Monsignor Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, è rimasto in Libia mentre vede tutti i suoi connazionali tornare in fretta e furia in Italia. La drammatica situazione del paese lo pone in pericolo, ma il vescovo è pronto anche al sacrificio: «Questo è il culmine della mia testimonianza, e se la fine dev'essere testimoniata con il mio sangue, lo farò».



«In chiesa sono venuti a dirmi che devo morire - spiega al Corriere della Sera - Ma io voglio che si sappia che padre Martinelli sta bene e che la sua missione potrebbe arrivare al termine. Ho visto delle teste tagliate e ho pensato che anch'io potrei fare quella fine. E se Dio vorrà che quel termine sia la mia testa tagliata, così sarà. Anche se Dio non cerca teste mozzate, ma altre cose in un uomo».











Mons. Martinelli ribadisce la sua posizione anche in un'intervista a Repubblica: «Bisogna farsi coraggio - dice -, la Libia è un Paese che va amato. Bisogna capirlo e saperlo incontrare». «Dobbiamo trovare il modo di far risorgere questo Paese. Non con la forza ma con il dialogo, che è mancato per troppo tempo». «Credo sia il momento più difficile di sempre. Con Gheddafi avevamo anche scambi di amicizia. Era una persona intelligente, anche se un po' matto. Però, ecco, non ci faceva paura».




Ultimo aggiornamento: Martedì 17 Febbraio 2015, 17:17
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