Grecia spaccata alla vigilia del referendum: sì in lieve vantaggio. Varoufakis: creditori terroristi

Grecia spaccata alla vigilia del referendum: "sì" in vantaggio. Varoufakis: "Creditori sono come terroristi" - Leggi
Vigilia del referendum in Grecia, spaccata in due tra i sostenitori del 'no' e quelli del 'sì' al piano dei creditori internazionali. Mentre le banche restano chiuse con lo spettro della fine della liquidità già martedì e sulle isole continuano i problemi di approvvigionamento di benzina e medicinali.





La breve campagna per il referendum si è conclusa ieri con due manifestazioni parallele e contemporanee: quella del No, nella piazza Syntagma, l'altra, per il Sì, nello stadio Kallimarmaro. Una sfida tra piazze affollate e determinate mentre l'economia del Paese annaspa.



Le previsioni della vigilia dicono «ni», né sì né no, molta indecisione, un paese spaccato a metà, incerto anche sul vero significato da attribuire a una risposta positiva o negativa al quesito del referendum, con un'unica determinazione, però: restare in Europa. Ben il 74 per cento dei greci vuole tenersi la moneta unica e non vuole abbandonare l'euro. Ma come restarci meglio? Con il «No» di Tsipras alle esigenze dei creditori, o con il «Si» di 'responsabilità' che chiede Bruxelles? I sondaggi danno il sì in lieve vantaggio.



Sono circa 9,8 milioni gli elettori chiamati a recarsi alle urne. I 19mila seggi apriranno alle 7 (le 6 in Italia) e chiuderanno alle 19. Eccezionalmente non ci saranno exit poll subito dopo la chiusura dei seggi. Le prime proiezioni attendibili dovrebbero essere disponibili attorno alle 21 locali, ma soltanto se lo scarto sarà superiore al 4 per cento. Niente di meno sicuro.



VAROUFAKIS: TERRORISMO DA CREDITORI «Perché ci hanno forzato a chiudere le banche? Per spaventare la gente.
E quando si diffonde il terrore, questo è terrorismo». Lo ha detto il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis in un’intervista al quotidiano spagnolo El Mundo pubblicata oggi. «Quello che stanno facendo alla Grecia ha un nome: terrorismo» ha ribadito, assicurando: «Qualunque sia l’esito del referendum, lunedì ci sarà un accordo, ne sono completamente e assolutamente certo». Si dice anche convinto che martedì potranno riaprire le banche.

Ultimo aggiornamento: Sabato 4 Luglio 2015, 20:17