Effetto Expo, in Italia più posti di lavoro.
Disoccupazione giovanile ancora troppo alta

Effetto Expo, in Italia più posti di lavoro. Disoccupazione giovanile ancora troppo alta

di Alessandra Severini
ROMA - La luce in fondo al tunnel forse comincia a vedersi. Secondo le previsioni di Unioncamere, nel primo trimestre del 2015 le imprese stimano di creare 8.400 nuovi posti di lavoro.





In particolare il sistema produttivo intende assumere 209.700 persone mentre 201.300 sono le uscite previste. La previsione migliore, grazie al traino dell'Expo, è per la Lombardia e, soprattutto, per Milano dove si prevede un saldo attivo di 9.300 posti di lavoro, mentre nel Mezzogiorno il saldo sarà ancora negativo. I settori dove si prevede un maggior numero di assunzioni sono la meccanica, il comparto chimico-farmaceutico e i servizi.



Intanto il vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen, in visita a Roma, prevede che anche l'Italia potrà con gli altri Paesi «beneficiare della flessibilità» e loda il «programma di riforme coraggioso» varato dal governo Renzi. In particolare Katainen promuove a pieni voti il Jobs Act che «aiuterà soprattutto i giovani a trovare un impiego» e la riforma della giustizia.



Dall'altro lato però, la Commissione europea, nell'ultimo Rapporto sull'occupazione, bacchetta l'Italia, accusata di fare troppo poco per aiutare i giovani a trovare lavoro, per favorire l'occupazione femminile e per i scarsi investimenti in istruzione e formazione. Dopo la Spagna (3,4 milioni), l'Italia è il paese che ha perso più posti di lavoro negli anni della crisi (1,2 milioni) ma «le politiche per affrontare la bassa partecipazione dei giovani al mercato del lavoro sembrano limitate» e l'Italia ha anche «il numero più basso d'Europa di laureati tra i 30 e i 34 anni».



Brutte notizie potrebbero arrivare per gli statali. Il ministro della PA, Marianna Madia, ha anticipato che verranno “semplificate” le norme sul licenziamento per scarso rendimento. Altre novità riguarderanno le circa undicimila società partecipate per cui sono state proposte norme molto più rigide. Un emendamento alla delega di riforma della Pubblica Amministrazione prevede una «razionalizzazione» del sistema delle partecipate secondo criteri di «efficienza, efficacia ed economicità», con una ridefinizione dei limiti per «la costituzione e il mantenimento di partecipazioni».



Per le società con bilanci in rosso si prevede poi il commissariamento, con i piani di rientro sottratti alla gestione degli amministratori. Per le partecipate da enti locali, il testo è ancora più severo, se ne prevede la «riduzione dell'entità e del numero» e l'incentivazione dei processi di aggreggazazione.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 16 Gennaio 2015, 09:18
© RIPRODUZIONE RISERVATA