Ambulanza sequestrata a Napoli, nel mirino dei pm i numeri di targa della gang

Ambulanza sequestrata a Napoli, nel mirino i numeri di targa della gang

di Leandro Del Gaudio
Hanno i numeri di targa di alcuni ciclomotori usati per quell'assurdo carosello al Loreto Mare. Hanno le immagini di alcuni scooter in entrata nell'area antistante l'ospedale di via Vespucci, prima traccia di un'indagine che punta a chiudere il cerchio contro i protagonisti dell'assalto all'ambulanza di sabato scorso. Si tratta di soggetti legati a famiglie in odore di camorra, siamo nella zona delle Case nuove, secondo quanto sta venendo fuori dalle indagini aperte da un pool creato ad hoc dalla Procura di Napoli.

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Un caso finito al centro di un comitato dell'ordine pubblico e della sicurezza tenuto ieri in Prefettura, ma anche di un summit tra forze dell'ordine al cospetto del procuratore Gianni Melillo. Indagine per sequestro di persona, interruzione di pubblico servizio, violenza privata, mentre si stanno valutando possibili legami con il tessuto camorristico locale. Si parte dalla ricostruzione della dinamica dell'assalto al Loreto Mare, per poi mettere a fuoco dinamiche di branco, di gruppo, anche alla luce di quanto verrà messo nero su bianco da vittime e testimoni dell'aggressione. Come è noto, è stata l'associazione Nessuno tocchi Ippocrate a denunciare quanto avvenuto lo scorso fine settimana: un gruppo di giovani teppisti ha preteso che un'ambulanza li seguisse per curare un ragazzo di sedici anni alle prese con una distorsione al ginocchio. Decisivo quanto raccontato dal medico di turno e da quanto potrà essere messo a verbale dalle altre vittime del sequestro di persona. Stando all'intervista rilasciata al Mattino dal medico, a fare incursione in ospedale è stato un gruppo composto da soggetti tra i venti e i trenta anni, che avrebbe agito in due direzione: prelevando fisicamente l'autista dell'ambulanza e, in un secondo momento, pretendendo di acquisire una barella da inserire nel veicolo per poi andare a soccorrere l'amico. Tutto si è svolto in una manciata di minuti, il tempo necessario per arrivare all'interno di un garage in via Santa Maria delle Grazie, dove è stato soccorso il sedicenne. Scene riprese da telecamere in zona, a partire da quelle messe a protezione dell'ospedale di via Vespucci, che rappresentano la chiave di volta dell'inchiesta condotta dalla Procura di Napoli. È di ieri la nascita di un gruppo di lavoro specializzato in reati consumati all'interno delle strutture sanitarie o a danno di medici e infermieri. Una sorta di sezione di lavoro che abbraccia più competenze, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Rosa Volpe e rappresentato dai pm Valentino Battiloro, Luciano D'Angelo, Gloria Sanseverino, che dovranno analizzare le denunce arrivate in questi mesi su una materia tanto delicata. È in questo pool che entreranno le informative legate al sequestro di medici e barellieri nell'ambulanza del Loreto, ma anche episodi di aggressioni contro medici e infermieri, tra cui anche il petardo scagliato contro un'ambulanza che circolava nella zona di Barra. Indagini che fanno i conti con segnalazioni partite in ritardo, con allarmi che attraversano i canali social e con il comprensibile timore di molti addetti ai lavori di rivolgersi alle forze dell'ordine per offrire la propria testimonianza. Ma torniamo all'assalto della scorsa settimana. Chi sono e quanti erano quelli che hanno sequestrato il mezzo riservato al trasporto e al soccorso di infermi? Indagini nella zona delle case nuove, area dove risiedono alcune famiglie in odore di camorra. Non si escludono contatti con clan locali, esattamente come avvenuto a maggio del 2018 in un'altra zona di Napoli, parliamo dell'ospedale Vecchio Pellegrini nel cuore della Pignasecca.
 

Un precedente storico da non sottovalutare, alla luce di quanto emerso finora: in quell'occasione, a dirottare il corso di un mezzo del pronto soccorso, furono soggetti legati ai clan locali, gli stessi che non hanno esitato a mandare a sparare all'interno della sala aspetto dello stesso nosocomio. Stesso modus operandi al Loreto, con il raid partito dalle case nuove, come se l'intero ospedale fosse a completo appannaggio della camorra del vicolo più vicino.

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Attesa in queste ore per una informativa di polizia giudiziaria, come possibile punto di partenza per chiudere il cerchio attorno al branco di aggressori. Si parte dai numeri di targa, ma anche dalle testimonianze di medici e infermieri, per capire cosa ha reso necessaria - nella mentalità distorta di alcuni soggetti del posto - il sequestro di una intera equipe del 118. Inevitabile una domanda: il minore da soccorrere era legato a soggetti inseriti nel sistema criminale del posto? Portare l'ambulanza in quel garage era un atto di devozione verso la camorra locale?
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Gennaio 2020, 10:11
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