TheBorderline, il neuropsichiatra: «Giovani hanno bisogno dei like per esistere, vivono in un mondo parallelo fatto di apparenza»

«Nel mondo diventato sempre più virtuale io esisto nella misura in cui gli altri mi riconoscono e quindi il mio piacere non è legato all'esperienza ma ai 'like' che ottengo rispetto a ciò che mostro. Ho bisogno dei like per esistere»

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di Redazione web

Il caso degli youtuber 'TheBorderline' e dell'incidente che ha causato la morte di Manuel Proietti ha aperto una discussione parallela sull'uso dei social. 

«Nel mondo diventato sempre più virtuale io esisto nella misura in cui gli altri mi riconoscono e quindi il mio piacere non è legato all'esperienza ma ai 'like' che ottengo rispetto a ciò che mostro. Ho bisogno dei like per esistere», un quadro che «modifica anche le emozioni e può ridurre la capacità di empatizzare. Il virtuale ha bisogno di input forti e scioccanti. Nella vita concreta le emozioni, invece, sono intense e calde, costruite attraverso la relazione: amori, affetti, dolore per la perdita. Ma queste ultime sono sempre più in secondo piano rispetto alle prime».

Sono le riflessioni di Renato Borgatti, neuropsichiatra della Fondazione Mondino Irccs di Pavia e componente della Società italiana di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza (Sinpia), in merito all'incidente che ha coinvolto giovani Youtuber a Roma e che è costata la vita a un bimbo di 5 anni.

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Incidente a Roma, le parole dell'esperto

Oggi, continua l'esperto, «si è ampliato a dismisura un mondo parallelo, fatto di apparenza, che coinvolge i ragazzi ma anche i loro genitori che appartengono a generazioni comunque tecnologiche. Il gusto e il piacere dell'esperienza sono minori rispetto alla soddisfazione per la visibilità e l'approvazione virtuale: si va in vacanza per postare le foto dei luoghi visitati più che per goderne. Il piacere è nel mostrare per ottenere consensi. In questa dimensione siamo molto dipendenti dall'esterno. Ed è proprio su questo sfondo che dobbiamo inserire la riflessione per ciò che è successo. È un mondo in cui si sviluppano anche i giochi estremi, come quelli a cui partecipavano i ragazzi implicati nell'incidente di Roma.

Giochi che - sottolinea Borgatti - hanno l'obiettivo di mantenere consensi e tenere agganciati i 'visitatorì. È un mondo parallelo che non ha legame con la realtà».

Una situazione «in cui un ragazzo che fa un incidente scende dalla macchina e continua a filmare ciò che e successo - continua Borgatti - per noi è raccapricciante. Ma questa cosa sta dentro il meccanismo di cui abbiamo parlato: qualcosa esiste perché la documento. La realtà decade, esiste solo nella misura in cui la posso condividere con gli altri attraverso foto e video. È l'unico modo in cui si riesce ad entrare in contatto con gli altri, con una mediazione del virtuale dove, però, come nei videogiochi, si hanno tante vite e, finita una partita, si resetta tutto e si ricomincia. Così si perde il contatto con eventi drammatici ma anche con la vita quotidiana che ha dei limiti, che impone regole e che è una sola e non si torna indietro».

 

In questo caso di cronaca, ma anche in altri, «ci si scandalizza perché non si vede la partecipazione da parte di chi ha provocato l'incidente nei confronti delle vittime. Ma per poter provare un'emozione di questo tipo ci si deve immedesimare nell'altro. E questo, quando c'è un immersione nel virtuale, non è scontato», ricorda il neuropsichiatra infantile. Le emozioni che si provano nel mondo virtuale, ribadisce, «sono diverse da quelle reali. Sono emozioni immediate, legate alla sensorialità. La realtà virtuale fa presa su questo tipo di emozioni che sono meno elaborate. Il mondo si sta spostando verso questo tipo di emozioni e valorizza meno le emozioni reali, relazionali. Ma per nutrire le emozioni sensoriali devo documentare, devo far vedere, mostrare il sangue, le macerie». A rafforzare tutto questo «c'è un mercato, perché i sistemi di consenso social sono fatti in modo tale che consentono alle persone di guadagnare quanto più diventano visibili, quanti più 'likè hanno», conclude.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 16 Giugno 2023, 20:01
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