Amore Tossico, quella tempesta di eroina che sconvolse gli anni Ottanta: tutti i segreti del film di Caligari

Amore Tossico, quella tempesta di eroina che sconvolse gli anni Ottanta: tutti i segreti del film di Caligari

di Michela Poi
Brutale. Vero. Senza sconti. Amore Tossico di Claudio Caligari (scomparso nel 2015 durante le riprese di Non essere cattivo, suo terzo film) non è il primo drug movie della storia del cinema italiano, ma sicuramente quello che ha raccontato meglio la vita dei “nuovi accattoni”: ragazzi schiavi di un’unica ossessione, l’eroina. L’idea del film nasce passeggiando nei corridoi di un Sert (Servizio per le Tossicodipendenze), dove il regista conosce due dei protagonisti: Cesare Ferretti e Michela Mioni.

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Qui c’è la prima particolarità della pellicola: tutti gli attori sono presi dalla strada e sono realmente tossicodipendenti. Perché Caligari vuole in scena un realismo che fa quasi male. Le “spade” che trafiggono i corpi di ragazzi poco più che ventenni sono un colpo allo stomaco che prima di allora non si era mai avvertito così forte. È la verità di quei maledetti anni Ottanta a fare da padrona. Quando lacci emostatici, siringhe e “robba” si stavano portando via un’intera generazione. Premio speciale al Festival di Venezia e a quello di Valencia.

IL GELATO AL PONTILE 



«Ma come, dovemo svortà e te piji er gelato?»
Claudio Caligari ci presenta i protagonisti di questa Ostia “bastarda”: Cesare, Michela, Enzo e Ciopper. Lo fa partendo da un’inquadratura sul pontile che troneggia sul mare, in piazza dei Ravennati. E da qui riparte, a distanza di 32 anni, per l’inizio del suo terzo, e ultimo, film Non essere cattivo.

LO SCIPPO ALL'ACQUEDOTTO



«Oro o argento?»
Loredana è in crisi di astinenza. Ha bisogno di spararsi in vena una dose. Cerca di “svortare” con uno scippo a una signora. Le strappa la catenina dal collo e scappa via in sella a un Sì Piaggio. Poi, tenta di rivenderla a un pusher. Ma lui per un grammo di “robba” vuole ben altro. Siamo in via dell’Acquedotto Alessandrino, sulla Togliatti. 

IL SERT


«Ah donnaaa!» «A bello su tutte ‘e rote!» 
Diretti al Sert per prendere il metadone, i quattro protagonisti arrivano a Piazza dei Mirti, nel quartiere di Centocelle. Qui Cesare e Michela incontrano anche i travestiti Er donna (Gianni Schettino) e Deborah (Fernando Arcangeli), mentre Ciopper tenta approccio sessuale con la psicologa (Silvia Starita). Il posto dove sono state girate le scene, 36 anni dopo, è rimasto pressoché identico. 

IL BUCO AI PIEDI DI PASOLINI



È la scena simbolo dell’intero film. Michela muore di overdose nel punto esatto in cui Pasolini viene ritrovato cadavere il 2 novembre del 1975. Un omaggio al poeta delle borgate romane, che Caligari ama e al quale si ispira. Sangue e lacrime versati da Cesare ai piedi del monumento realizzato da Mario Rosati in suo ricordo all’Idroscalo di Ostia. 

UCCISO ALLA POSTA



«Ma l’hai seccato!»
Una corsa straziante, quella di Cesare. Che inizia con la morte di Michela e finisce con la sua. Un poliziotto spara un colpo e lo prende in pieno. Un tonfo. Lui cade a terra. Il corpo è riverso sugli scalini dello storico Palazzo della Posta, realizzato dall’architetto Angiolo Mazzoni a Ostia. A braccia aperte. Come Accattone. 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 25 Ottobre 2019, 08:35
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