Oggi la Regione deciderà se far scattare o meno le misure d’emergenza di primo livello del protocollo anti inquinamento (revocate soltanto venerdì scorso dopo 15 giorni di aria irrespirabile), perché il pm10 è da tre giorni consecutivi sopra il livello di guardia per la salute fissato in 50 microgrammi per metro cubo: la concentrazione media di polveri sottili nella Città Metropolitana giovedì era di 73 mc, venerdì 66,9 e sabato 70,7. Peggio a Milano dove le centraline Arpa hanno registrato valori ben al di sopra: 82 mg in via Senato, 82 Città Studi e 72 al Verziere. S’attendono i dati di ieri per decidere il fermo dei veicoli diesel più inquinanti: il Comune è propenso a far partire i blocchi, ma il Pirellone potrebbe tentennare e concedere una moratoria, visto anche la concomitanza con il ponte di Ognissanti quando i milanesi si recano in massa nei cimiteri cittadini.
Lo stop, pena la multa, coinvolge i diesel fino alla classe 4 inclusa (circa 60mila in città) dalle 9 alle 18,30 e i veicoli commerciali alimentati a gasolio fino alla classe 3 dalle 8,30 alle 12,30.
Altre misure riguardano le temperature nelle abitazioni che non devono superare i 19 gradi. Il problema dei termosifoni però, in realtà, non esiste, perché le giornate miti limitano l’uso della caldaia. Ciò nonostante lo smog sta mettendo a dura prova i polmoni dei milanesi. Mai stato un autunno così nero. E si scatena la polemica. All’attacco il presidente della commissione Ambiente di Palazzo Marino Carlo Monguzzi (Pd): «È ora di avere coraggio. I diesel più inquinanti devono stare in garage sempre».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 30 Ottobre 2017, 19:18
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Profilo Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout