«Mai visti in milanesi così in sella: dal manager ai nonni, tutti in coda per una bici»

«Mai visti in milanesi così in sella: dal manager ai nonni, tutti in coda per una bici»

di SImona Romanò
Matia Bonato, presidente di Assobici, è la quinta generazione alla guida di Rossignoli, storico negozio di biciclette a Milano dal 1900.
Vi aspettavate il boom delle bici?
«Non così sorprendente: non ho mai visto così tanti milanesi in sella, nemmeno durante le domeniche ecologiche con lo stop dei motori»
Che cosa ha influito?
«Nella Fase 2 i milanesi hanno paura a salire sui mezzi pubblici e non hanno voglia di suv e utilitarie da parcheggiare con fatica, quindi, preferiscono pedalare, gustandosi il clima primaverile. Credo che la bici, in fondo, piaccia a tutti ed è molto utile in città».
Perché?
«Nei brevi tragitti è più comoda del trasporto privato, a prescindere dal virus, e aiuta a mantenersi in forma. Da una decina di giorni è diventata il mezzo principe, sia per recarsi al lavoro che per divertirsi in famiglia. Il Comune deve proseguire su questa strada, perché c’è ancora molto da fare».
Per esempio?
«Lavorare per garantire in futuro più sicurezza ai ciclisti, limitando la mole del traffico automobilistico. E nell’immediato pensare un po’ di ipotesi per prevenire il furto delle due ruote».
Sono aumentate le vendite?
«Dal primo giorno di riapertura, il 6 maggio, abbiamo la fila.
Giovani e anziani, manager, mamme e papà con i bambini. Molte sono persone che già volevano comprare una bicicletta e ora sono più invogliate. E molte altre arrivano in negozio per aggiustare quella che avevano in cantina. È poi ritornata una bella abitudine famigliare. Si vedono tanti nonni con i nipoti che acquistano i pezzi di ricambio per riparare insieme le biciclettine».

Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Maggio 2020, 09:16
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