Uccide il figlio, la mamma non risponde: «Non è in grado di parlare». Interrogata la dottoressa che l'aveva in cura

Elisa Roveda, 45 anni, soffriva di depressione. Per il suo legale "non è assolutamente in grado di rispondere alle domande"

Uccide il figlio, la mamma non risponde: «Non è in grado di parlare». Interrogata la dottoressa che l'aveva in cura

di Redazione web

Si è avvalsa della facoltà di non rispondere Elisa Roveda, la donna arrestata per l'omicidio del figlio Luca, di meno di un anno, venerdì scorso a Voghera, in provincia di PaviaLa donna da venerdì scorso è ricoverata nel reparto di Psichiatria del Policlinico San Matteo, dove è sottoposta a cure intensive. È guardata a vista dal personale sanitario e anche dalla polizia penitenziaria dopo l'arresto per infanticidio. 

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Convalidato l'arresto, è in psichiatria

La donna, per la quale l'arresto è stato convalidato, nel Policlinico San Matteo di Pavia, in cui è ricoverata nel reparto di psichiatria da quel giorno non ha parlato col giudice perché, come ha spiegato il suo legale, Gianfranco Ercolani «non era assolutamente in condizione di rispondere». «La prima preoccupazione - ha aggiunto l'avvocato - è di carattere medico e riguarda le sue condizioni. Poi, quando sarà il momento, cercheremo di capire nel dettaglio quanto accaduto».

 

Ancora i dottori non hanno una prognosi per la sua dimissione. Elisa era in cura da un medico e da un mese e mezzo, a detta dei suoi familiari, soffriva di una depressione che le metteva paura a fare qualsiasi cosa, tanto che cercavano di non lasciarla mai sola.

Cosa che purtroppo è accaduta, per un'ora, venerdì mattina quando il marito è uscito di casa per andare al lavoro mentre la madre della ragazza stava arrivando per assisterla. 

Interrogata la dottoressa che l'aveva in cura

Intanto è stata interrogata la dottoressa che, da circa un mese e mezzo, aveva in cura Elisa Roveda. Lo riporta la Provincia Pavese. La donna e il marito Maurizio, che da cinque anni cercavano di avere un figlio «vivevano per quel bambino che era diventato la loro esistenza» ha raccontato Dante Bariani, zio dell'uomo. «Non riesco a capire come sia potuto succedere, nemmeno gli altri parenti sono in grado di dare una spiegazione. Sapevamo - ha detto al quotidiano pavese - che Elisa da circa un mese e mezzo stava attraversando un periodo molto difficile per la depressione che l'aveva colpita: le sue condizioni, invece di migliorare, stavano peggiorando».

Lei «era in cura da una dottoressa che le aveva prescritto dei farmaci, penso antidepressivi addirittura con puntura. Non mi hanno mai detto il nome del medico. Mi pongo sempre una domanda in queste ore: perché i medici hanno lasciato Elisa a casa? Perché - ha aggiunto - non l'hanno fatta ricoverare almeno per una ventina di giorni? Sotto stretto controllo medico avrebbe avuto possibilità maggiori di superare quella maledetta depressione post parto. Perché l'hanno lasciata a casa dove, comunque, era molto seguita dalla mamma e da altri parenti? Attenzioni che non sono bastate ad evitare una tragedia. Non voglio entrare nel merito, ma anche le cure non hanno certo avuto un effetto positivo».


Ultimo aggiornamento: Martedì 18 Luglio 2023, 17:01
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