Nuovi elementi si aggiungono alla vicenda della morte della piccola Diana, la figlia di Alessia Pifferi, oggi in carcere. «A gennaio 2021 Diana è nata prematuramente in casa mia e la piccolina è stata ricoverata per circa due mesi all'ospedale di Bergamo», la testimonianza del compagno della donna. L'uomo, interrogato dal gip, ha ribadito di non essere a conoscenza della gravidanza, anche se «durante la convivenza ne aveva avuto il sospetto a causa dell'assenza del ciclo e della pancia che aumentava».
Sul rapporto con Alessia Pifferi, ha spiegato di averla conosciuta «tramite un sito di incontri circa due anni fa» e di aver instaurato una «relazione vera e propria, tra alti e bassi, a partire da agosto 2020», così come raccontato a "Zona Bianca", su Rete 4.
I viaggi a Leffe senza la bambina
Secondo la testimonianza dell'uomo, i due avrebbero ripreso a frequentarsi nel gennaio scorso, ma quando Alessia andava a trovarlo a Leffe (Bergamo), non portava mai con sé la bambina, ma «mi diceva che rimaneva con la sorella o la baby-sitter», le sue parole. «Alessia è venuta da me giovedì 14 luglio, mi ha detto che sarebbe andata via lunedì e che la bambina era insieme alla sorella che l'aveva portata al mare», aggiunge il compagno della donna nell'interrogatorio.
Si tuffa in piscina e batte la testa: Arcangelo morto a 32 anni, un paese sotto choc https://t.co/FYFsIevfvA
— Leggo (@leggoit) August 9, 2022
La morte di Diana
«Mi ha chiamato Alessia, un paio di ore dopo aver lasciato casa mia, e mi ha detto che la bambina era morta e che qualcuno era entrato in casa.
Ultimo aggiornamento: Martedì 9 Agosto 2022, 14:15
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