«Venduta da una donna a due stupratori per avere un po' di crack»: ma per gli inquirenti si è inventata tutto

«Venduta da una donna a due stupratori per avere un po' di crack»: ma per gli inquirenti si è inventata tutto
La sua storia ricorda per certi versi quella della 15enne ‘venduta’ da un’amica a due stranieri, in cambio di qualche dose di cocaina (ne abbiamo parlato su Leggo.it qui): ma quella della 41enne torinese che sarebbe stata ceduta da una donna a due violentatori, stavolta a Torino, potrebbe essere una vicenda intricata e non del tutto vera. O almeno questo è ciò che pensano gli inquirenti.

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La vittima, o presunta tale, aveva denunciato ai carabinieri di essere rimasta per un giorno prigioniera in casa sua, violentata da due spacciatori, un centrafricano e un maghrebino: sarebbe stata una donna, Mounia Boujjadia, 38enne marocchina, a farla violentare dai due spacciatori in cambio di un po’ di crack. Per gli inquirenti però il suo racconto è inattendibile, soprattutto la parte sullo stupro di gruppo: restano però in piedi le accuse di sequestro di persona, rapina e utilizzo indebito di carte di credito.

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«Numerose incongruenze del racconto della vittima sono evidenti già ai primi riscontri, non sono mai stati trovati segni di violenza sessuale nel referto dei medici che l’hanno visitata», ha detto il legale della marocchina, Alfonso Aliperta, a Repubblica. «Non vogliamo dire che la donna ha inventato tutto, ma avendo ammesso lei stessa di aver fatto uso di crack è possibile che non fosse lucida per ricostruire fedelmente i fatti».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Maggio 2019, 19:25
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