Uccise il compagno con una coltellata, Vania Bonvicini a processo: «Mi picchiava con la mazza da baseball, avevo 124 ematomi sul corpo»

Vania Bonvicini deve rispondere di omicidio volontario aggravato dalla relazione di convivenza che esisteva con la vittima, a fine maggio il processo

Uccise il compagno con una coltellata, Vania Bonvicini a processo: «Mi picchiava con la mazza da baseball, avevo 124 ematomi sul corpo»

di Redazione Web

Un unico fendente, sul lato sinistro della schiena. Tanto è bastato a Vania Bonvicini per uccidere il compagno Maurizio Tessari, peraltro suo cugino di secondo grado. Una coltellata che è arrivata al polmone, senza lasciare scampo all'uomo. Ieri, venerdì 5 aprile, è arrivata la versione della donna. Non una lite furibonda culminata con un raptus incontrollato, ma una vittima che negli ultimi tre mesi di relazione sarebbe stata picchiata e maltrattata ripetutamente, compreso il giorno in cui quella lama ha messo fine alla vita del 46enne.

Processo a fine maggio

Il processo a carico di Vania Bonvicini si svolegerà probabilmente a partire da queste premesse, quando si aprirà a fine maggio in Corte d'Assise. La donna è accusata di aver ucciso volontariamente il suo compagno Maurizio Tessari, nella sua casa di Prova, comune di San Bonifacio, in provicina di Verona. La tesi della 50enne è chiara. Per prima cosa, come lei stessa ha rivelato, l'intenzione non era di ucciderlo ma solo di difendersi.

Vania Bonvicini, infatti, ha dichiarato di essere vittima di abusi da mesi. A provarlo ci sarebbero 124 ematomi sul suo corpo, accertati da una perizia e dai referti dell’ospedale, dove la donna è stata visitata la sera del delitto. I lividi risalivano a settimane e giorni prima, inferti con calci, pugni e anche una mazza da baseball.

L'ultimo litigio

Il giorno della morte del compagno, la donna sarebbe stata picchiata nuovamente e costretta ad avere un rapporto sessuale, senza il suo consenso.

In seguito, ci sarebbe stato un pranzo a casa con un loro amico. Una volta andato via, sarebbe scoppiata un'altra lite. L'ultima. Quindi la donna avrebbe impugnato il coltello trovato sul tavolo della cucina e inferto un fendente nella schiena di Tessari. «L’ho soccorso, gli ho portato dell’acqua. Non avevo capito la gravità di quanto accaduto», ha spiegato poi la donna ai carabinieri.

Il caso è stato trattato ieri, venerdì 5 aprile, dal giudice per l’udienza preliminare Carola Musio, che ha rinviato a giudizio la 50enne (difesa dall’avvocato Sabrina Felicioni). Vania Bonvicini deve rispondere di omicidio volontario aggravato dalla relazione di convivenza che esisteva con la vittima.


Ultimo aggiornamento: Sabato 6 Aprile 2024, 17:17
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