Sudan, miliziani nel laboratorio con provette di colera e morbillo

L’Oms: «Si rischia la catastrofe biologica». Continua l’esodo dal Paese

Sudan, miliziani nel laboratorio con provette di colera e morbillo

di Mario Landi

È scattata l’allerta biologica in Sudan. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha denunciato che un gruppo di miliziani, non si sa di quale delle due parti in conflitto, ha occupato un laboratorio nella capitale Khartoum che custodisce agenti patogeni micidiali come il colera e il morbillo: se i virus sfuggissero di mano, potrebbero causare danni catastrofici.

«Il laboratorio centrale di sanità pubblica è occupato da una delle parti in lotta», ha riferito il rappresentante dell’Oms in Sudan, Nima Saeed Abid: «Hanno cacciato tutti i tecnici», la situazione è «estremamente pericolosa» proprio per i campioni di morbillo, colera e della poliomielite. Nel Paese, oltretutto, «dopo 10 giorni di combattimenti, la carenza di cibo, acqua, medicinali e carburante sta diventando estremamente acuta, specialmente a Khartoum e nelle aree circostanti», ha lanciato l’allarme l’Ufficio umanitario delle Nazioni Unite (Ocha). Una situazione che secondo un’altra Agenzia dell’Onu, quella per i rifugiati (Unhcr), potrebbe costringere 270.000 persone a fuggire verso il Ciad e il Sud Sudan. Nel martoriato Ciad sono già arrivati 20.000 rifugiati e l’organizzazione si aspetta che arrivino fino a 100.000 persone «nel peggiore dei casi».

D’altra parte, «in Sud Sudan, lo scenario più probabile è quello di 125.000 rifugiati sud-sudanesi di ritorno e 45.000 rifugiati». Numeri impressionanti che rischiano di far collassare l’intera regione.

Sul fronte militare, la tregua sostanzialmente tiene, nonostante i paramilitari delle Forze di supporto rapido abbiano accusato l’esercito di aver violato il cessate il fuoco «continuando ad attaccare Khartoum con gli aerei». I residenti della capitale sono terrorizzati: «Le strade sono presidiate da ragazzini armati, è molto pericoloso uscire non possiamo avere accesso a nessun tipo di sostegno umanitario», ha riferito un attivista alla Bbc. L’emittente britannica nei giorni scorsi ha documentato la drammatica situazione nella capitale, con il suo corrispondente costretto a bere l’acqua dal Nilo perché oramai manca tutto, i prezzi sono alle stelle, dai generi di prima necessità fino ai biglietti per un autobus diretto verso l’Egitto, che ora costano centinaia di dollari.

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Aprile 2023, 06:00
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