«Se domani tocca a me, distruggi tutto»: la poesia di Cristina Torre Cáceres che tutti condividono per Giulia Cecchettin

L'ultima strofa della poeta peruviana rimbalza su tutte le bacheche social: il testo completo

«Se domani tocca a me, distruggi tutto»: la poesia di Cristina Torre Cáceres che tutti condividono per Giulia Cecchettin

di Redazione web

«Se domani sono io, mamma, se non torno domani, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima». La storia dal finale già scritto di Giulia Cecchettin è un dolore che non riguarda solo la famiglia della 22enne sequestrata e uccisa dall'ex fidanzato. Quello di Giulia è il 105esimo femminicidio in Italia dall'inizio del 2023, e arriva a pochi giorni dal 25 novembre, la Giornata contro la violenza sulle donne. Ed è una storia che fa rabbia e scuote le coscienze di un Paese intero. Come spesso accade, ne sono specchio i social: da quando si è diffusa la notizia del ritrovamento del corpo, sulle bacheche rimbalzano sfoghi e pensieri dedicati a Giulia e a tutte le donne. In particolare, sono alcuni versi - ricondivisi anche da Elena Cecchettin, la sorella maggiore della ragazza - e attribuiti alla poeta e attivista peruviana Cristina Torre Cáceres, che ha composto il testo per dedicarlo a tutte le donne vittime di violenza in America Latina ma che nelle sue parole racchiude una storia universale. L'ultima strofa è diventata di dominio pubblico, e anche l'Associazione Non una di meno la utilizza per la locandina della sua marcia in programma a Roma il 25 novembre al Circo Massimo. 

Qui il testo completo.

Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma.
Se non ti dico che vengo a cena. Se domani, non vedi arrivare il taxi.
Forse sono avvolta nelle lenzuola di un hotel, su una strada o in una borsa nera.
Forse sono in una valigia o mi sono persa sulla spiaggia.
Non aver paura, mamma, se vedi che sono stata pugnalata.
Non gridare quando vedi che mi hanno trascinata.
Mamma, non piangere se scopri che mi hanno impalata.
Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato, che erano i miei vestiti, l’alcool nel sangue.
Ti diranno che era giusto, che ero da sola.
Che il mio ex psicopatico avesse delle ragioni, che ero infedele, che ero una puttana.
Ti diranno che ho vissuto, mamma, che ho osato volare molto in alto in un mondo senza aria.
Lo giuro, mamma, sono morta combattendo.
Lo giuro, mia cara mamma, ho urlato forte così come volavo alto.
Lui si ricorderà di me, mamma, saprà che sono stata io a rovinarlo quando avrà di fronte il volto di tutte quelle che urleranno il mio nome.
Perchè lo so, mamma, non ti fermerai.
Però, te lo chiedo per quello che ami di più al mondo, non trattenere mia sorella.
Non rinchiudere le mie cugine, non privare di nulla le tue nipoti.
Non è colpa tua, mamma, non è stata nemmeno mia.
Sono loro, saranno sempre loro.
Combatti per le loro ali, quelle ali che mi sono state strappate.
Combatti per loro, che possano essere libere di volare più in alto di me.
Combatti perché urlino più forte di me.
Possano vivere senza paura, mamma, proprio come ho vissuto io.
Mamma, non piangere le mie ceneri.
Se domani sono io, mamma, se non torno domani, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Novembre 2023, 15:43
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