Sanità, vergogna liste di attesa: due anni per una mammografia, “solo” uno per una visita cardiaca

Il report di Cittadinanzattiva: medici e pronto insufficienti e tempi d’attesa biblici

Sanità, vergogna liste di attesa: due anni per una mammografia, “solo” uno per una visita cardiaca

di Lorena Loiacono

Due anni per una mammografia, con buona pace dei tanti appelli alla prevenzione contro il tumore al seno. E questo è solo uno dei tanti drammatici esempi di liste d’attesa che emergono dal Rapporto Civico di Cittadinanzattiva sulla Salute 2023.

Attese infinte

Il rapporto parte dalle 14.272 segnalazioni che l’associazione ha ricevuto lo scorso anno e mette in luce le criticità del sistema sanitario per cui tanti pazienti scelgono cure private o, purtroppo, scelgono di non fare controlli. Il 29,6% delle segnalazioni, uno su tre, riguarda infatti i tempi biblici delle liste di attesa per l’accesso alle prestazioni, ma i cittadini denunciano carenze in ambito ospedaliero, territoriale e nella prevenzione. A crescere rispetto al 2021 sono soprattutto le problematiche che riguardano l’accesso alle prestazioni con un aumento del 5.8% e quelle legate all’assistenza in ospedale con un più 4,4%.

Addio prevenzione

Per la mammografia l’attesa è senza fine: se si tratta di un esame urgente, con classe di categoria B breve quindi da svolgersi entro 10 giorni, bisogna aspettare 150 giorni se invece non ha priorità l’attesa diventa di 730 giorni.

Non va meglio per la gastroscopia con biopsia che richiese 365 giorni di attesa.

Quale priorità

Per le visite che hanno una priorità, da svolgere entro 10 giorni, i cittadini devono attendere invece 60 giorni e vale per molti ambiti: la prima visita cardiologica, endocrinologica, oncologica e pneumologica. Senza codice di priorità, si arrivano ad aspettare anche 360 giorni per una visita endocrinologica e 300 per una cardiologica.

Fuga dalle cure

Tempi troppo lunghi e così i pazienti, se non hanno soldi per andare dai medici privati, non si curano: le persone che hanno effettuato visite specialistiche sono diminuite dal 42,3% del 2019 al 38,8% del 2022, stesso calo per gli accertamenti diagnostici passati dal 35,7% al 32%. Nel Mezzogiorno quest’ultima riduzione raggiunge i 5 punti percentuali.

Caro dottore

Aumentano quelli che pagano interamente sia le visite specialistiche, passati dal 37% del 2019 al 41,8% del 2022, sia gli accertamenti diagnostici aumentati dal 23% al 27,6% nel 2022.

Ospedali scomparsi

Negli ultimi 10 anni sono state ridotte le strutture di emergenza: spariti 61 dipartimenti di emergenza, 103 pronto soccorso, 10 pediatrici e 35 centri di rianimazione.

riproduzione riservata ®


Ultimo aggiornamento: Sabato 20 Maggio 2023, 17:59
© RIPRODUZIONE RISERVATA