Salone del Libro, Comune e Regione: «Fuori la casa editrice di Casapound»

Salone del Libro, Comune e Regione: «Fuori la casa editrice di Casapound»
Al Salone del Libro la Città di Torino e la Regione Piemonte, soci fondatori della mostra, hanno chiesto agli organizzatori della manifestazione di rescindere il contratto con la casa editrice AltaForte. «È necessario tutelare il Salone del Libro, la sua immagine, la sua impronta democratica e il sereno svolgimento di una manifestazione seguita da molte decine di migliaia di persone», affermano in una nota le due istituzioni.

Nel motivare la richiesta di rescindere il contratto con la casa editrice, Comune di Torino e Regione Piemonte ricordano che la situazione creatasi «rende impossibile lo svolgimento della prevista lezione agli studenti di Halina Birenbaum, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti», e «le forti criticità e preoccupazioni espresse dagli espositori in relazione alla presenza e al posizionamento dello stand di AltaForte».

«È una richiesta assurda, abbiamo pagato lo stand e siamo giustamente al Salone del Libro.
Se dovessero rescindere il contratto, faremo causa. E, ovviamente, la vinceremo». Francesco Polacchi, editore di Altaforte, commenta così la richiesta di Città di Torino e Regione Piemonte agli organizzatori della buchmesse di rescindere il contratto con la sua casa editrice, vicina a Casapound. «Non so perché è stata fatta questa richiesta - afferma - Non siamo né razzisti né antisemiti e vogliamo confrontarci con gli altri».

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Maggio 2019, 21:56
© RIPRODUZIONE RISERVATA