Per un anno si è creduto che la donna, 47 anni, originaria della Moldavia, si fosse uccisa buttandosi nel vuoto dal secondo piano del suo appartamento a Riva del Garda, nella provincia autonoma di Trento. Nel massimo riserbo, tanto che della vittima non sono state diffuse le generalità, gli inquirenti hanno continuato a lavorare per un anno intero, per capire la dinamica di quello che all'apparenza sembrava un suicidio. Pochi giorni fa, invece, viene rovesciato il cold case e finisce indagato, l'allora convivente della 47enne, un uomo della Romania, accusato di omicidio.
Femminicidio
I fatti risalgono alla fine di gennaio del 2022, quando la donna fu trovata in gravissime condizioni in via Fiume, a terra, per poi morire poco dopo in ospedale. L'ipotesi, ora, è che la moldava fu spinta dal balcone, un femminicidio, commesso dal romeno che all'epoca era il suo compagno. Prima del presunto omicidio, tra i due ci sarebbe stato un acceso diverso, ma gli inquirenti non avevano indizi sufficienti per dare valore alla tesi. Il convivente della donna, infatti, raccontò una versione dei fatti, che non ha convinto gli inquirenti, ma che ha richiesto un lungo periodo di indagine, per raccogliere gli elementi necessario per richiedere il rinvio a giudizio.
Audio determinante
In particolare, si è dimostrata determinante, l'analisi di un filmato completo anche di audio, recuperato dagli investigatori, in cui si percepiscono, in modo non definito, le voci di due persone pochi secondi prima della caduta della donna.
Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Marzo 2023, 17:28
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