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Riccardo Antimiani è nato a Cles, in provincia di Trento, un po’ per caso. Perché i suoi genitori sono romani e lui a Roma è cresciuto sin dai primi sospiri. Vive a Monte Mario ed è tifoso della Roma. Si è laureato in economia e in quel settore ha mosso i suoi primi passi nel mondo del lavoro, che non prevedeva lenti e obiettivi. Poi l’impegno nella realtà delle Ong e delle cooperazioni. Quindi la scelta di vita, seguendo la sua passione. Una professione nata nei primi anni 2000. Insieme a un gruppo di ragazzi la prima sfida. Nel 2003, che sembra ieri ma che è ormai lontano sedici anni, aprono un’agenzia di nome Eidon. Da lì è partito tutto. Le prime soddisfazioni, le prime foto apparse sui giornali. Alcune delle quali anche oltre i confini italiani. Poi l’inizio di una collaborazione con l’Ansa, fino agli ultimi due anni quando l’impegno è divenuto in forma esclusiva.

«Ci troviamo a fare un po’ di tutto», spiega parlando del suo lavoro, con la voce di chi ama con forza ciò che fa. Dalle partite di Roma e Lazio allo stadio Olimpico alle aule di Rebibbia e piazzale Clodio. E parla sempre al plurale, perché i fotoreporter sono questo. Un gruppo di lavoro, seppur spesso in concorrenza. Ma leale. Sanno che dietro a una foto c’è un uomo che spesso non viene fuori, che resta trincerato dietro la sua lente.
«Sono stato fortunato», dice - e precisa più volte - parlando di quello scatto che lo ha fatto emozionare. «È stato improvviso - racconta - dopo la sentenza c’è stato l’assalto a Ilaria e Anselmo. Abbiamo visto il Carabiniere che si avvicinava a stringere la mano a Ilaria, nessuno si aspettava quel gesto, il baciamano. Per fortuna io stavo lì, come altri colleghi. È stato un attimo. Un gesto molto significativo in un momento di grande emozione».
Ultimo aggiornamento: Sabato 16 Novembre 2019, 08:02
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