Cartoni usati come gessi per immobilizzare le fratture, il primario: «Il paziente era arrivato così e l'abbiamo tenuto per evitare complicazioni»

Cartoni usati come gessi per immobilizzare le fratture, il primario: «Il paziente era arrivato così e l'abbiamo tenuto per evitare complicazioni»

di Simone Pierini
Sembra incredibile ma è successo davvero. Al pronto soccorso dell'ospedale di Reggio Calabria sono finiti gessi e tutori e per immobilizzare fratture e distorsioni vengono utilizzati dei cartoni. Le foto choc mostrano come i pazienti siano sottoposti a cure «artigianali» in assenza delle sturmentazioni adatte, specialmente la notte. 
Ma arriva la controreplica: «Il paziente è arrivato in pronto soccorso già con la stabilizzazione di cartone e noi non l'abbiamo tolta solo per evitare di perdere tempo e per fare subito una radiografia allo scopo di prevenire eventuali complicazioni», ha detto all'ANSA il primario del Pronto Soccorso dell'ospedale di Reggio Calabria Angelo Ianni a conclusione della direzione aziendale riunitasi dopo il caso delle fratture che sarebbero state curate con stecche di cartone. Ma la polemica infuria perché altri medici affermano: «Qui si lavora come nel Dopoguerra».



La cause sarebbero diverse a partire dagli orari di ortopedia, che alle ore 20 chiude i battenti. Ad aggiungersi a questo anche il poco personale e le scarse forniture. 

«È vero, può capitare: al pronto soccorso di Reggio fratture e distorsioni si immobilizzano con i cartoni. E questo nonostante si tratti di un Dea di II livello». A confermare all'Adnkronos Salute quanto denunciato dal 'Corriere della Calabria' è Gianluigi Scaffidi dell'Anaao Assomed Calabria. «Di notte ortopedia è chiusa, e i pazienti che si recano al Pronto soccorso dell'ospedale può capitare di venire immobilizzati per una frattura o una distorsione con dei cartoni».
 
 

La colpa sarebbe delle scarse forniture: «Il personale è costretto ad arrangiarsi», dice Scaffidi. Una situazione incredibile in un Dea di II livello, aggiunge il rappresentate dell'Anaao regionale. Quelle realizzate con cartoni e nastro adesivo o cerotti sono immobilizzazioni temporanee «per le quali esistono apposite guide pneumatiche, che evidentemente qui non sono disponibili», conclude Scaffidi. «In Calabria - dice - pensiamo all'ospedale del futuro, ma non vediamo quello che accade oggi».

 
Ultimo aggiornamento: Martedì 31 Luglio 2018, 15:23
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