L’allievo parà Scieri fu spinto giù e ucciso: cold case risolto 21 anni dopo. La Procura militare accusa tre ex caporali

L’allievo parà Scieri fu spinto giù e ucciso: cold case risolto 21 anni dopo. La Procura militare accusa tre ex caporali

di Mario Fabbroni
La verità arriva con 21 anni di ritardo. Un cold case risolto molto tempo dopo quel 16 agosto 1999, quando il corpo del 26enne siracusano Emanuele Scieri (allievo parà della Folgore), venne rinvenuto nella caserma “Gamerra” di Pisa, sede del Centro addestramento paracadutisti.
«Fu un omicidio», sostiene ora il magistrato Marco De Paolis, che ha chiuso le indagini riportando le lancette dell’orologio della morte al 13 agosto. Tre giorni prima. Scieri fu picchiato da tre caporali perché sorpreso a telefonare di notte in caserma, costretto ad arrampicarsi sulla torre usata per il ripiegamento dei paracadute e fatto precipitare, quindi lasciato agonizzante per terra. Se soccorso, si sarebbe potuto salvare. La Procura generale militare di Roma si appresta così a chiedere il rinvio a giudizio dei tre presunti responsabili: Andrea Antico, 41 anni, originario di Casarano (Lecce), oggi in servizio presso il 7° Reggimento Aves di Rimini; Alessandro Panella, 41 anni, residente a San Diego, in California, ma domiciliato a Cerveteri (Roma); Luigi Zabara, 43 anni, nato in Belgio e residente a Castro dei Volsci (Frosinone). 

Il reato contestato è violenza ad inferiore mediante omicidio pluriaggravato, in concorso. «Siamo rincuorati, da anni aspettiamo solo verità e giustizia», è il commento di Isabella Guarino, la mamma di Emanuele. 

La ricostruzione della procura generale militare è agghiacciante. Era la notte del 13 agosto 1999, «tra le 22.30 e le 23.45». I tre fermano Scieri e, dopo avergli detto che era vietato telefonare, prima lo costringono a «effettuare numerose flessioni sulle braccia». «Mentre le eseguiva - si legge nell’avviso di conclusione indagini - lo colpivano con pugni sulla schiena e gli comprimevano le dita delle mani con gli anfibi, per poi costringerlo ad arrampicarsi sulla scala di sicurezza della vicina torre di prosciugamento dei paracadute, dalla parte esterna, con le scarpe slacciate e con la sola forza delle braccia». Scieri stava risalendo ma «veniva seguito dal caporale Panella, che lo percuoteva dall’interno della scala e gli sferrava violentemente un colpo al dorso del piede sinistro. Il 26enne perdeva la presa e precipitava al suolo da un’altezza non inferiore a 5 metri, in tal modo riportando lesioni gravissime». 
Ma non mortali. Si sarebbe potuto salvare, invece i tre «lo abbandonavano sul posto, agonizzante». 


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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Maggio 2020, 08:44
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