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Si è seduta in poltrona anzichè rimanere sul letto della stanza dell’ospedale. Carezze, abbracci, baci e parole. Come fosse nel salotto di casa. Poi in poche ore il male ha avuto il sopravvento portandosi via a 47 anni, Margaret Zorzo, infermiera all’ospedale di Cittadella, originaria di Tombolo, ma residente a San Martino di Lupari (Padova).
CHI ERA Margaret aveva lavorato nella terapia intensiva cardiologica dell’ospedale di Cittadella, poi come tecnico di anestesia e rianimazione nel reparto di terapia intensiva sempre nel nosocomio della città murata. Lavoro impegnativo e complesso quello dell’infermiera. Per lei era di fatto una missione. Ha fatto l’infermiera volontaria in America Latina, in Guatemala, con Medici con l’Africa Cuamm di Padova. Non aveva ancora una sua famiglia. Mentre era fidanzata, è stata in servizio per sei mesi con Emergency, nel centro cardiologico gestito dall’associazione in Africa, in Sudan, nella capitale Khartum.
LA MALATTIA Nel marzo del 2019 la diagnosi a Padova di un tumore cerebrale. Malattia affrontata sempre con determinazione, senza mai un lamento per terapie, dolore o altro. Era ricoverata a Bassano del Grappa. Ha fatto un’emorragia cerebrale che è diventata sempre più massiva. Prima del trasferimento a Vicenza per valutare un intervento d’urgenza, l’incontro con i figli. Nel nosocomio berico gli esami non hanno lasciato nessuna speranza. Alle 17 di giovedì è mancata. Ha lasciato anche la mamma Liduina, i fratelli Graziano, Giacomo e Venanzio, la cognata Elisabetta ed il cognato Emanuele. “Non mi ha mai parlato di aver paura di morire - le parole del marito - ma di lasciare solo me ed i bambini. Se n’è andata in punta di piedi, senza farsi vedere sofferente o triste, senza voler disturbare anche fino all’ultimo”.
Ultimo aggiornamento: Sabato 29 Agosto 2020, 23:25
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