Messina Denaro, moglie e marito arrestati per favoreggiamento. La foto nel loro salotto e la lettera d'amore: «Sei il regalo della vita»

In manette Emanuele Bonafede, nipote del boss di Campobello Leonardo Bonafede, e la moglie Lorena Ninfa Lanceri

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di Redazione web

Messina Denaro, continuano le indagini sulla rete di complici che ha protetto la latitanza del boss di Campobello di Mazara. I carabinieri del Ros hanno arrestato oggi per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dal metodo mafioso Emanuele Bonafede, nipote del boss di Campobello Leonardo Bonafede, e la moglie Lorena Ninfa Lanceri. L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall'aggiunto Paolo Guido e dai pm Piero Padova e Gianluca De Leo.

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L'indagine

Secondo gli inquirenti, la coppia avrebbe ospitato «in via continuativa e per numerosi giorni», nella sua casa di Campobello, il padrino all'epoca latitante. Abitualmente, dunque, il boss sarebbe andato a pranzo e a cena nell'appartamento dei due, entrando e uscendo indisturbato grazie ai controlli che i Bonafede svolgevano per scongiurare la presenza in zona delle forze dell'ordine. I coniugi - secondo i pm - avrebbero dunque fornito al boss «prolungata assistenza finalizzata al soddisfacimento delle sue esigenze personali e al mantenimento dello stato di latitanza».

Lorena Lanceri, inoltre, secondo gli inquirenti, era inserita nel circuito di comunicazioni che ha consentito all'ex latitante di mantenere contatti con alcune persone a lui particolarmente care. Oltre a essere nipote del boss di Campobello, Emanuele Bonafede è fratello di Andrea Bonafede, arrestato nelle scorse settimane con l'accusa di aver fatto avere al capomafia le prescrizioni sanitarie compilate dal medico Alfonso Tumbarello, finito in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, ed è cugino di un altro Andrea Bonafede, il geometra di Campobello che ha prestato l'identità a Messina Denaro per consentirgli di sottoporsi alle terapie oncologiche.​

 
 

Salgono a sei i favoreggiatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro arrestati dai carabinieri del Ros. Dalla cattura del padrino, il 16 gennaio scorso, sono finiti in cella Giovanni Luppino, l'autista che accompagnava alla clinica La Maddalena il boss per la chemioterapia nel giorno del blitz che ha posto fine alla sua trentennale latitanza, Andrea Bonafede, il geometra che gli ha prestato l'identità, il cugino omonimo, che avrebbe fatto avere a Messina Denaro le prescrizioni mediche necessarie per le sue cure, suo fratello Emanuele arrestato oggi con la moglie Lorena Lanceri e Alfonso Tumbarello, il medico che ha prescritto farmaci e analisi al padrino trapanese. Sono accusati a vario titolo di concorso esterno in associazione mafiosa, associazione mafiosa, favoreggiamento e procurata inosservanza di pena.

Emanuele Bonafede e Lorena Lanceri

 

Si sarebbero conosciuti molti anni fa Matteo Messina Denaro, Emanuele Bonafede e Lorena Lanceri, marito e moglie arrestati oggi per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena. Lo ritengono i carabinieri del Ros che non credono a quanto raccontato dalla coppia. Emanuele Bonafede è tra l'altro il cugino di Andrea Bonafede, considerato il prestanome del boss. Bonafede e la moglie hanno detto agli investigatori che il boss gli fu presentato da un familiare come un medico in pensione di nome Francesco Salsi e che la frequentazione con l'uomo sarebbe stata sporadica. Dalle indagini e dal materiale sequestrato a casa della coppia è venuto fuori, invece, che i due conoscevano Messina Denaro almeno dal 2017, anno in cui il capomafia fece da padrino di cresima al figlio dei Bonafede.

Il rolex in regalo

 

Proprio in quell'occasione Messina Denaro diede alla coppia 6300 euro perché comprassero al ragazzo, per suo conto, un Rolex.

La spesa è stata puntualmente appuntata in un pizzino in cui, in merito alle uscite del 2017, il boss scriveva: «6300 OROL». Il Rolex è stato recuperato a casa dei Bonafede e sequestrato. Le indagini hanno accertato che era stato comprato l'11 gennaio 2017 alla gioielleria Matranga di Palermo. La singolarità secondo gli inquirenti era che contrariamente alle regole della gioielleria, in quell'occasione non era stata compilata la scheda cliente e quindi non era possibile risalire all'acquirente.

Lei era innamorata del padrino

 

Nel 2019 Lorena Lanceri scriveva: «Il bello nella mia vita è stato quello di incontrarti, come se il destino decidesse di farsi perdonare facendomi un regalo in grande stile. Quel regalo sei tu», nel biglietto la donna si firmava Diletta, nome con cui il boss era solito chiamarla. Il biglietto è stato rinvenuto dagli investigatori a casa della sorella del boss Rosalia, arrestata pochi giorni fa. Il boss avrebbe parlato di "Diletta"anche a una paziente della clinica Madd alena in cui l'uomo è stato arrestato lo scorso 16 gennaio. «Tu riesci a far diventare il nulla gli altri uomini - scriveva la donna - Con te mi sento protetta, mi fai stare bene, mi fai sorridere con le tue battute e adoro la tua ironia e la tua immensa conoscenza e intelligenza. Certo hai anche tanti difetti, la tua ostinata precisione .... ma chi ti ama, ama anche il tuo essere così. Lo sai, ti voglio bene e come dico sempre un bene che viene da dentro. Spero che la vita ti regali un pò di serenità e io farò di tutto per aiutarti».

La foto in salotto

 

Subito dopo l'arresto del boss Matteo Messina Denaro, dello scorso 16 gennaio, la coppia arrestata oggi per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena, si presentò dai carabinieri per raccontare di avere visto in tv Messina Denaro e di averlo riconosciuto come colui che gli era stato presentato tempo prima come un medico in pensione dal nome Francesco Salsi. Ma a smentire la coppia sono stati i video di una telecamera di sorveglianza installata vicino a un negozio a Campobello di Mazara,a due passi dalla loro abitazione. Da qui risulta che il boss non era una conoscenza saltuaria ma che andasse tutti i giorni in quella abitazione. E c'è una foto che li incastra: Il boss Matteo Messina Denaro seduto a gambe accavallate, con un bicchiere di rum nella mano destra e un sigaro gigante nella mano sinistra.  La foto, scattata nel salotto della coppia arrestata, è stata trovata proprio sul telefono cellulare del boss mafioso. Loro sostengono di non sapere che fosse Matteo Messina Denaro, ma gli inquirenti non credono a questa versione. 

«Si è trattato, del resto, di una ospitalità che ha senza dubbio avuto dei costi non irrilevanti per una famiglia non particolarmente benestante - come scrive il gip - famiglia che quindi è del tutto irragionevole pensare che possa essersi assunta il pieno sostentamento di uno sconosciuto medico in pensione». Dai video si vede anche come la coppia controllasse l'eventuale presenza di forze dell'ordine prima di dare l'ok al boss di uscire dalla loro abitazione. 

Il ruolo di Lorena

 

Lorena Lanceri «veicolava le informazioni tra Messina Denaro e le persone con cui egli intratteneva rapporti particolarmente intensi». La donna era considerata «snodo di trasmissione di comunicazioni allo stato da ritenersi di carattere privato tra Messina Denaro e una donna identificata in Laura Bonafede», come si legge nella misura cautelare, figlia di «Leonardo Bonafede, storico capo della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, nonché cugina di Andrea ed Emanuele Bonafede, con la quale il latitante ha intrattenuto un intenso rapporto epistolare».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Marzo 2023, 10:29
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