Resort turistici di lusso in mano alla mafia, sequestro record di un miliardo e mezzo agli eredi di Carmelo Patti (ex Valtur)

Resort turistici di lusso in mano alla mafia, sequestro record di un miliardo e mezzo agli eredi di Carmelo Patti (ex Valtur)
Il più imponente sequestro di beni che si ritiene appartenenti alla mafia. È in corso dall'alba di oggi una operazione di sequestro e confisca condotta dalla Direzione investigativa antimafia di Palermo che sta eseguendo un decreto di sequestro e confisca, emesso dal Tribunale di Trapani su proposta del direttore nazionale della Dia nei confronti degli eredi dell'imprenditore Carmelo Patti, originario di Castelvetrano (Trapani) ex proprietario della Valtur (ora in amministrazione straordinaria), deceduto il 25 gennaio 2016.

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Per la Dia «è uno dei procedimenti più rilevanti nella storia giudiziaria italiana». Il patrimonio stimato è di oltre un miliardo e mezzo di euro. Secondo gli investigatori l'inchiesta «ha disvelato interessi economici riferibili alla famiglia mafiosa di Castelvetrano, guidata dal latitante Matteo Messina Denaro». Da quanto emerge la mafia aveva riciclato i soldi provento di illeciti comprando e gestendo i resort turistici di lusso delle vacanze nei più bei posti d'Italia: da Favignana a Isola Capo Rizzuto, da Marilleva a  Castel Gandolfo fino a Ragusa che sarebbero stati costruiti e gestiti grazie ai patrimoni mafiosi. 

 
 

«Continua l`attacco dello Stato all`enorme patrimonio economico finanziario della criminalità organizzata, in questo caso di Cosa Nostra, di una delle famiglie più importanti, quella di Castelvetrano, che fa riferimento a Matteo Messina Denaro»​, ha affermato il generale Giuseppe Governale, capo della Direzione Investigativa Antimafia, al Giornale Radio Rai. «​Carmelo Patti - ha aggiunto Governale - è stato un personaggio particolare, perché partì dalla Sicilia nel 1960 per raggiungere la Lombardia. Quando nel 1961 il Tribunale lo dichiarò fallito, lui disse di non avere nemmeno i soldi per mangiare. 50 anni dopo lo troviamo a capo di un impero economico, che sfiora i due miliardi di euro. Una crescita dirompente, non priva di difficoltà, ma che ha potuto imporsi evidentemente anche grazie all'appoggio esterno non sempre lecito. Giravano intorno a lui personaggi indissolubilmente legati a Cosa Nostra. Facciamo riferimento, per esempio, ad un certo Michele Alagna, la cui sorella ha dato alla luce la figlia di Messina Denaro».
 

Tra i beni confiscati vi sono resort turistici, beni della vecchia Valtur, un'imbarcazione di 21 metri, appezzamenti di terreno, immobili e 25 società. Carmelo Patti, morto a 81 anni, 3 figli, era cavaliere del lavoro e prima dei guai giudiziari, soprattutto con accuse di rapporti con la mafia, era uno stimato e ricchissimo industriale. Cominciò la sua scalata nell'imprenditoria da venditore ambulante. A 26 anni si trasferì con la moglie e le due prime figlie, Maria Concetta e Paola, da Castelvetrano (Tp) al Nord (il terzo Gianni nascerà dopo) lavorando come operaio alla Philco di Robbio (Pavia). Poi si mise in proprio cominciando a fabbricare cavi elettrici. Nacque la «Cablelettra» poi trasferita nell'ex stabilimento Philco, acquistato negli anni Settanta. Patti vendeva cablaggi elettrici e componenti elettronici per auto soprattutto alla Fiat.

La «Cablelettra» divenne una multinazionale con diverse sedi in Italia e nel mondo. Nel '97 ormai ricco acquistò la Valtur entrando così anche nel settore del turismo. Il gruppo dei villaggi vacanze divenne uno dei primi in Italia. Il cavaliere nel 2000 venne indagato per mafia dalla dda palermitana, dopo la trasmissione degli atti dalla procura di Marsala che lo indagava per falso in bilancio: il cavaliere del lavoro si dimise per questo dalla Gesap, la società che gestisce l'aeroporto palermitano dov'era stato indicato dall'allora sindaco Leoluca Orlando. Cominciò parallelamente un processo di misure di prevenzione per un sequestro di 5 miliardi di euro: Patti veniva accusato di rapporti con i boss di Castelvetrano Messina Denaro: il padre Francesco e il figlio Matteo. Il sequestro poi portò all'amministrazione giudiziaria e alla crisi della Valtur, al fallimento e alla vendita del marchio. Patti subì numerosi processi per evasione fiscale, fatture false e altri reati tributari da cui venne assolto. Tra i suoi accusatori vi è l'ex mafioso diventato collaboratore Angelo Siino. Nell'entourage di Patti si diceva che Siino lo accusava per contrasti che lui aveva avuto con Nina Bertolino, proprietaria della distilleria di Partinico e cognata del pentito. 

«Il significato di questa operazione è il duro colpo inferto dallo Stato alla criminalità organizzata, segno dell'azione di contrasto continua da parte dello Stato, che spesso è criticato per la sua lentezza. Sarà forse lento, ma alla fine è inesorabile e tutti i nodi vengono al pettine: nessuno può farla franca e il cittadino deve avere fiducia». A dirlo è stato il generale Giuseppe Governale, direttore della Dia, durante la conferenza stampa convocata a Palermo per illustrare i dettagli dell'operazione

Ultimo aggiornamento: Sabato 24 Novembre 2018, 11:39
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